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Zagaria Giovanni

Giovanni Zagaria, noto a tutti come “Zaccaria”, nato a Margherita di Savoia (Foggia) nel 1928 ma romano di adozione e di linguaggio è stato in gioventù un ottimo atleta, si è dedicato al mezzofondo, fondo ed alla maratona. Ha fatto registrare ottimi tempi in allenamento ma non ha saputo ripeterli nelle gare ufficiali davanti al numerosissimo pubblico di suoi tifosi romani, poiché si emozionava. Trasferitosi a Milano nel 1968 è diventato il custode del Palalido, tempio della pallacanestro meneghina, ruolo che ha tenuto fino al compimento dei sessantacinque anni quando, per raggiunti limiti di età, è andato in pensione.

Zaccaria che sembrava un inflessibile cerbero borgataro romano, sempre con barba di tre giorni e sigaretta in bocca, era invece un buono, sempre pronto a chiudere un occhio, tanto era orbo da tutti e due per una grave miopia, sui rigidi orari pur di agevolare gli atleti delle squadre milanesi. Sul posto di lavoro ha indossato solo e sempre due divise, in inverno quella ufficiale, giacca da lavoro blu fornita dal comune di Milano e in estate la sua canottiera personale.

A chi si attardava oltre l’orario consentito urlava: “Aho ‘namo chè tardi, ciò da chiude”. Se qualcuno faceva finta di non aver sentito per terminare magari la gara nei tiri liberi aggiungeva: “mo ve smorzo la luce”.

Sono però sempre restate solo minacce poiché Zaccaria era molto comprensivo.

A 57 anni si è messo in mente di vincere i Campionati Mondiali Masters e con l’aiuto del bravo preparatore atletico dell’Olimpia, Trachelio, si è allenato intensamente per gareggiare e si è iscritto nelle specialità 1500, 5000 e 10.000 metri. Impresa già di per sé titanica, figuriamoci per un “pelle e ossa” come Zagaria, sebbene nodoso e duro come un legno di olivo. Nonostante il grande impegno e la costanza negli allenamenti l’impresa è naufragata.

Giovanni dopo qualche tempo è tornato alla carica questa volta per battere il record mondiale di corsa nelle 24 ore. Se quella precedente era difficile questa avventura sembrava impossibile per un sessantenne.

Trovati gli sponsor e gli amici che lo avrebbero affiancato a turno per tirargli quella volata lunga quanto il doppio giro della lancetta corta dell’orologio e per alimentarlo, ha tentato l’impresa ma dopo alcune ore ha dovuto abbandonare per noie muscolari.

Zaccaria non sarà stato un vincente nella corsa, ma nella vita sicuramente, infatti al suo funerale era presente il “gota” del basket con Dino Meneghin e Toni Cappellari in prima fila.

Ringraziamo il nipote, Marco Bottiglieri per averci fornito le foto e la documentazione.

IMMAGINI ALLEGATE

Giovanni Zagaria

Zagaria in una gara di corsa