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King Albert

Albert King, nato a Brooklyn nel 1959, fratello minore di Bernard, stella di New York e Washington, ha cominciato a giocare nella Fort Hamilton High School del suo quartiere, in cui è risultato uno dei migliori giocatori di liceo tutti i tempi. Alto 198 centimetri ha ricoperto il ruolo di guardia-ala piccola.

Ha studiato comunicazioni e si è laureato nel 1981 alla Maryland University.
Durande i campionati di college ha tenuto una media di 17,4 punti a partita, risultando il miglior marcatore di sempre di Maryland, che ha anche ritirato la sua maglia nr. 55; per due volte è stato “all America” e nel 1980 è stato nominato giocatore dell'anno nella Atlantic Coast Conference. 

Nel Draft NBA del 1981 è stato scelto con il numero 10 assoluto al primo giro dai New Jersey Nets, con i quali ha disputato sei stagioni agonistiche e segnato 17 punti di media nel campionato 1982-83.

Il suo primo contatto con Milano è avvenuto nel settembre 1984, in occasione del primo Open Italiano, un torneo di pre-stagione a cui hanno partecipato i New Jersey Nets (di Dawkins e Michael Ray Richardson), i Phoenix Suns (con Larry Nance e Walter Davis), la Simac Milano, la CiaoCrem Varese e la Granarolo Bologna. Nell'occasione, sebbene fossero solo partite amichevoli, Albert King aveva dato luce alle sue qualità di giocatore totale (tiri. rimbalzi, energia difensiva, schiacciate) e sarebbe stato un elemento fondamentale scelto per da coach Stan Albeck per il suo quintetto-base se non fosse incappato in un infortunio al ginocchio.

La sua esperienza ai New Jersey Nets termina nel 1987/88 dopo 410 partite e 5.595 punti segnati; le sue migliori performances sono state: high career 34 punti nel 1986, 49% nel tiro nel 1984-85, 82% nei liberi nel 1985-86, 291 assist nel 1982-83.

Si è poi trasferito un anno ai Philadelphia 76ers (in cambio dei diritti sull'ex-casertano Charles Shackleford che lo hanno girato la stagione successiva ai San Antonio Spurs per ottenere Pete Myers. A marzo 1989, dopo 46 partite (e una media di 7,1 punti) gli Spurs lo tagliarono.

Pochi giorni dopo arrivò la firma con la Philips Milano, decisa a sostituire Bill Martin con un'ala piccola di classe decisamente superiore.

Il 12 marzo King esordì in maglia Olimpia alla nona giornata di ritorno, nella vittoriosa trasferta al PalaDozza di Bologna, conclusa con un 84-85 ai danni della Fortitudo Bologna di Artis Glimore; fu subito secondo miglior realizzatore dei biancorossi (dopo i 24 punti di Premier) con 13 punti in soli 19 minuti. 

Fu però un fuoco di paglia, perchè l'ennesimo infortunio muscolare lo fermò immediatamente e constrinse la Philips a richiamare Bill Martin per le cinque partite successive, ovvero fino all'ultima giornata di regular season (vinta 104-100 in casa contro Fabriano), che diede ai milanesi il definitivo quinto posto in classifica.

Dopo le prove incolori negli ottavi di finale contro Desio (10 punti decisivi in gara-3) e nei quarti contro Treviso, il contributo di King diventò pesante a partire da gara-2 di semifinale contro Pesaro, dopo l'attribuzione della vittoria a tavolino nella partita precedente, a causa della monetina che colpì Dino Meneghin durante la partita all'hangar di Viale dei Partigiani. Nel 85-82 della seconda sfida, oltre ai suoi 15 punti, King contribuì al fianco di Pittis nella missione difensiva sullo spauracchio Darren Daye.

Anche la serie finale contro Livorno partì per lui nel migliore dei modi, con 18 punti in 30 minuti con 7/14 da due e ben  recuperi, anche se non servirono a contenere la scatenata Enichem in gara-1. Per un paradosso, il rendimento migliore di King nella finale scudetto fu decisamente migliore in trasferta (18, 16 e 22 punti) rispetto alle due gare in casa (solo due punti in gara-2 e 7 in gara-4). E il suo apporto fu determinante nella bolgia del PalaAllende di Livorno nella 'bella' del 27 maggio 1989, nella quale giocò 28 minuti con 6/11 da due, 3/6 da tre e 6 rimbalzi a cercare di contenere lo scatenato Wendell Alexis

Fu anche al centro di un 'caso' rimasto poi nella 'leggenda' del famigerato spareggio livornese in quanto, a causa di un errore di trascrizione a referto, King rimase in campo nelle battute finali dell'incontro nonostante avesse commesso già cinque falli. Il ricorso del club livornese, a corollario delle polemiche per il canestro non convalidato a Forti, fu respinto. La conquista del 24simo scudetto nella storia dell'Olimpia Milano resta il successo più importante della carriera di Albert King.

Di seguito, la difficile convivenza con gli infortuni lo ha portato a disputare solo la seconda parte del campionato israeliano del 1989/90 con l'Hapoel Holon.
Tornato negli States ha poi giocato nella lega minore Continental Basketball Association negli Albany Patroons ed ha concluso la carriera con un ultimo scorcio nella NBA per disputare 6 partite con i Washington Bullets nel novembre 1991. Nel complesso, Albert nella NBA ha disputato 534 partite e segnato 6.470 punti 

Dopo il suo ritiro dalle competizioni, King è diventato un imprenditore della ristorazione nel campo del fast food.

IMMAGINI ALLEGATE

Albert King alla presentazione per il suo arrivo a Milano nell'ultimo scorcio del 1988/89, in compagnia di Franco Casalini