Storia milanese


Le origini della Coppa Italia

La prima Coppa Italia della storia fu sostanzialmente un torneo estivo con poche squadre ammesse e diverse rinunce; delle squadre di Serie A in pratica giocarono solo Napoli (seconda in campionato alle spalle di Cantù) e la Fortitudo Bologna. Non a caso furono queste due compagini a disputarsi il titolo nelle Final Four del 6-7 luglio 1968 a Bologna; come da pronostico vinse la Fides Napoli 93-68 della coppia Gavagnin-Maggetti che dominò in campo (20 punti il primo, 26 il secondo), gestendo anche i compagni come allenatori/giocatori. L'unica squadra lombarda in gara fu la Biancosarti Vigevano, che vinse a Biella negli ottavi di finale ma rinunciò a disputare il turno successivo a Livorno.
Dopo questa edizione 'sperimentale' entrarono in competizione le squadre 'vere' che dai quarti di finale in poi si davano battaglia per un trofeo che diventava sempre più ambito. O almeno lo erano le speranze. L'Ignis Varese infatti, già dominatrice del campionato con l'imbattibile "Valanga Gialla", si aggiudicò tre coppe consecutive: 1969, 1970 e 1971, due delle quali (la prima e la terza) contro la Fides Napoli imbottita di ex-bosini come Vittori, Gavagnin, Bufalini e Maggetti. 

Il rendimento delle milanesi in queste tre edizioni fu avaro di soddisfazioni. Nel 1969 il Simmenthal passò i sedicesimi in scioltezza 84-63 ad Ancona ma cedette di schianto (70-55) negli ottavi a Venezia contro la Reyer di Nane Vianello. Anche la All'Onestà fu fermata allo stesso punto dall'Ignis Varese al Palalido (48-68 con Flaborea dominatore 24 e Isaac limitato a 10 punti) dopo aver superato Azzate con un rotondo 90-50 (con 19 punti di Bovone e 18 di De Rossi e l'assenza di Isaac). Nei turni iniziali ci fu l'exploit del Milanaccio (la 'seconda squadra' dell'All'Onestà con Alex Ratta e Giordano Zanetti) che nelle qualificazioni vinse 59-50 il derby con la Bocconi (abbinata Lama Bolzano) ed eliminò l'Onda Pavia (58-56) prima di cedere 56-64 al Century Brescia. Apparizione fugace per la Candy Brugherio che, ammessa direttamente alla seconda fase come squadra di Serie B, non riuscì a superare il Gira Bologna (61-48). 

Il 1970 fu parzialmente positiva per le meneghine che arrivarono entrambe alle Final Four di Roma. L'Olimpia arrivò a disputare la finalissima del 2 giugno in cui l'Ignis ribadì la supremazia assoluta nella stagione (con lo Scudetto vinto con sei punti di margine) con la vittoria 74-68 frutto delle giocate imprendibili di Manuel Raga (autore di 30 punti) senza dubbio MVP e miglior realizzatore della manifestazione. Nei turni precedenti i biancorossi avevano eliminato la Libertas Brindisi (94-64 e 111-58) negli ottavi di finale, la Virtus Bologna nei quarti rimontando dal -16 dell'andata con un emozionante 92-75 in casa, e la 'solita' Fides Napoli 83-80 nella gara di apertura delle Final Four. La All'Onestà ebbe un percorso più difficile sin dagli ottavi di finale: con la Brill Cagliari perse 52-54 la gara di ritorno in casa, passando il turno solo grazie al 71-63 in terra sarda (Bovone 21, Isaac 19), mentre nei quarti dovette affrontare un duro recupero dopo aver perso di venti punti (77-57) gara-uno a Venezia. Dopo aver subìto Villetti e Vianello (20 ciascuno), al ritorno si scatenò Joe Isaac con 36 punti, ma tutto il quintetto contribuì al 94-57 finale con 17 punti di Gennari, 15 di Bovone e 14 di De Rossi. Nella semifinale del 18 aprile, gli uomini di Sales (subentrato a Tracuzzi in stagione) non ebbero scampo (63-86) contro l'Ignis (29 di Raga e 17 di Flaborea), perdendo poi anche la finalina con Napoli (95-70) cedendo di schianto sotto i colpi di D'Aquila, Williams e Gavagnin; per i giallorossi solo 21 di Tony Gennari e molto spazio alle seconde linee.

Da segnalare anche la partecipazione di altre cinque compagini del 'milanese' di serie B o C: nel secondo turno ci furono le sfide tra Candy Brugherio che eliminò 80-45 il Geas Sesto S.Giovanni prima di essere estromesso per un solo punto (69-68) dal Brescia e tra Pertusini Varedo e Brollo Desio. Dopo aver vinto 50-49 il derby, Varedo fu sconfitta 53-72 dalla più quotata Gamma Varese. Non riuscì a passare il turno la Lama Bolzano Milano (allora in Serie C) del micidiale realizzatore alessandrino Marcello che perse in casa 40-51 con Pavia. 

Il fattore comune per Olimpia e Pallacanestro Milano nell'edizione 1971 fu la Fides Napoli, vera protagonista a sorpresa di tutta questa prima era. Fu infatti la formazione di Tonino Zorzi, che l'anno prima aveva vinto la Coppa delle Coppe, a estromettere prima l'All'Onestà nei quarti di finale (74-73 all'andata con 16 di Cosmelli, e 78-76 a Napoli al ritorno nonostante i 18 di Zanatta) e poi il Simmenthal 78-74 alla seconda semifinale di Viareggio. Nei turni precedenti l'All'Onestà era inciampata con il Biella di Caglieris (71-72) dopo aver dominato in casa 80-37 (Bovone 22 ma biellesi senza Bennett che al ritorno ne fece 29); all'Olimpia era stato sufficiente un solo confronto con Brindisi (87-56 negli ottavi) e due partite senza storia contro Udine (98-59 e 97-80). Il Simmenthal si consolò con il terzo posto ottenuto battendo 66-63 in rimonta (29-39 all'intervallo) la Forst Cantù di Carlo Recalcati (18 punti) grazie a Jellini (16 punti) e Kenney (15); Massimo Masini con 115 punti risultò il miglior realizzatore del torneo. La Coppa andò all'Ignis Varese (83-60 su Napoli con 23 punti di Raga e 17 di Paolo Vittori) che così concluse un tour de force che la vide vincere lo spareggio scudetto il 3 aprile con il Simmenthal, perdere la finale di Coppa Campioni l'8 aprile con l'Armata Rossa e trionfare in Coppa Italia l'11 e 12 aprile.   

Il primo trofeo fu sollevato dal Simmenthal nel 1972 concludendo la storica accoppiata con lo Scudetto vinto ai primi di aprile con lo spareggio di Roma; al resoconto di questa vittoria abbiamo dedicato questa scheda: 

http://www.museodelbasket-milano.it/leggi.php?s=&idcontenuti=549

 

Nel 1973, a pochi giorni di distanza dall'ultimo degli epici pareggi scudetto (vinto a Bologna dall'Ignis Varese), il Simmenthal detentore del titolo si trovò ad affrontare il concentramento dei quarti di finale, ancora in terra felsinea. In questi raggruppamenti a quattro squadre (con sole semifinali e finale per un'unica qualificata alle Final Four) la minaccia era dietro l'angolo. Infatti la Mobilquattro, che nei sedicesimi giocati a marzo si era liberata della Birichin Torino per 88-50 (Jura e Grasselli 14), ebbe un percorso brevissimo: inserita nel concentramento di Roma insieme all'Ignis Varese, perse già alla prima partita con la Partenope Napoli (82-88) che piazzò quattro uomini vicino ai 20 punti (Errico 23). Anche il Simmenthal, superata agevolmente (91-67) la Candy Brugherio di Cesare Angeretti (che si era qualificata con merito eliminando Riva del Garda 65-45 nel turno precedente), inciampò nella Saclà Asti reduce da un campionato di mezza classifica. La compagine piemontese arrivò poi alla finalissima di Brescia, contentendendo il titolo all'Ignis Varese, che però vinse 94-65 (con 33 punti di Morse) mettendo in bacheca la quarta doppietta Scudetto-Coppa Italia della sua storia.

L'anno successivo la formula fu ulteriormente complicata, costringendo le squadre a giocare un numero molto più alto di gare, anche a campionato in corso. In pratica solo le Final Four di Vicenza furono collocate nel mese di maggio. Una situazione così invasiva da determinare, anche per l'avvento della Poule Scudetto antesignano dei playoff, la sospensione della Coppa per una decina di anni. Due turni preliminari, con le squadre di Serie A esentate almeno dal primo, poi raggruppamenti a quattro squadre con girone all'italiana e gare di andata e ritorno, al fine di qualificare alle semifinali solo la prima classificata. Due squadre dell'hinterland milanese parteciparono alla prima fase di ottobre 1973: la Patti Novate, eliminata dalla CBM Cremona perdendo entrambe le sfide (78-63 e 61-55) e ancora la Panda Brugherio che vinse in casa 74-44 contro l'Athletic Genova e salvò il margine al ritorno (73-61) ed andò a sfidare la Saclà Asti. Mobilquattro e Innocenti entrarono in scena nella seconda fase, superando il turno senza difficoltà: la Pall.Milano vinse a Bergamo 83-63 (Barlucchi 28), mentre l'Olimpia dominò a Pesaro 103-48. I quarti di finale si disputarono con un'idea innovativa: i punti in classifica vennero assegnati alla squadra che, nel doppio confronto, mise a segno più punti. Ad esempio, la Mobilquattro prese i suoi unici due punti per aver vinto 100-76 e perso 71-92 contro Udine, mentre risultò quattro punti sotto con Siena e perse entrambe le sfide con Cagliari. Per questa dinamica di risultati furono i friulani a qualificarsi per le semifinali. In questa fase, Jura segnò 123 punti in sei gare con un massimo di 39 nell'ultima sfida persa a Cagliari 92-90. L'Innocenti ritrovò nel Gruppo D ancora la Saclà Asti (che aveva eliminato 84-67 Brugherio) oltre a Gorizia e Fortitudo Bologna. Prevalse ancora la maledizione della Saclà, capace di ribaltare con un +20 (88-68) nella sfida decisiva con l'Olimpia (che a Milano vinse 77-69), vanificando il percorso netto dei milanesi (101-71 e 81-75 contro Bologna e 90-63 e 95-86 con Gorizia). L'ultima Coppa Italia dell'era primordiale fu vinta dalla Sinudyne Bologna di coach Dan Peterson che sconfisse 90-74 la Snaidero Udine con 28 punti di Fultz, 19 di Serafini e 17 del milanese Gianni Bertolotti.

IMMAGINI ALLEGATE

Medaglia donata dalla Simmenthal ai giocatori della squadra a celebrazione della vittoria della Coppa Italia 1972. Appartiene a Paolo Bianchi, giocatore Olimpia Milano tra i protagonisti della finale di Torino. Foto MDB-MI