Storia milanese


Il PalaLido

E' stato il campo di gioco, anzi la casa dell'Olimpia Milano, della Pallacanestro Milano e della Standa Milano, e quindi il punto d'incontro ideale delle società fulcro raccontate dal nostro Museo virtuale.

Sul suo palcoscenico si sono giocate centinaia di partite di campionato e delle coppe internazionali, è stato la sede del Trofeo Lombardia, ha visto esibirsi gli Harlem Globetrotters e altre stelle NBA (da Jordan a Iverson, da Sampson a McHale) per happening che ne hanno riempito gli spalti anche fuori stagione, ha dato ospitalità alle squadre di Desio e Arese per le loro prime esperienze nel basket di alto livello; nella "Secondaria" hanno versato sudore e lacrime migliaia di giocatori di tutte le età e categorie, sulle sue tribune sono cresciute generazioni di appassionati che ancora oggi costituiscono la pietra angolare della tradizione cestistica meneghina.  

Il PalaLido è custode di innumerevoli storie e di emozioni che riaffiorano anche oggi che il rifacimento ha portato a una nuova struttura e una nuova veste.  
Ne ripercorriamo le origini, le gesta e le vicende cestistiche ora che il è tornato a rimbalzare il pallone sul parquet, che dagli spogliatoi risuonano le voci di ottimi giocatori e che gli appassionati possono godersi lo spettacolo, lì a pochi metri, come si è sempre fatto.     

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Negli anni 50 l’impiantistica sportiva milanese era gravemente deficitaria per cui l’Amministrazione Comunale decise di porre rimedio attuando una serie di infrastrutture.
Si incominciò con il calcio, ingrandendo lo Stadio di S. Siro con il 'secondo anello, portando la capienza a circa 70.000 spettatori dopo le opportune verifiche di sicurezza. Il 25 aprile 1956 lo stadio, completamente rinnovato fu inaugurato con la partita Italia-Brasile e grazie alla bravura delle squadre milanesi divenne subito “La Scala del Calcio”.

Altra grave lacuna riguardava gli sport al coperto: il Palazzo dello Sport della Fiera era datato e assolutamente inadeguato, senza contare che essendo di proprietà dell’Ente Fiera le manifestazioni sportive (ciclismo, pugilato e pallacanestro, in particolare) non ne potevano usufruire allorché si approssimavano gli impegni fieristici. Per alcuni anni l’alternativa in casi di assoluta emergenza fu costituita dal Palazzo del Ghiaccio. Rimaneva la palestra della Forza e Coraggio, estremamente esigua perché poteva accogliere non più di 300 persone e che era utilizzata dalle squadre di vertice milanesi di basket femminile. Il Velodromo Vigorelli poteva essere usato solo d’estate e cestisticamente fu impiegato solo per le esibizioni degli Harlem Globetrotters.

Pertanto nel 1956, a lavori pressoché ultimati di San Siro, il Comune si decise a studiare un “Palazzetto dello Sport”, una versione ridotta di quell'ipotetico impianto avvenieristico sognato per ospitare anche una pista ciclistica ma dal costo esorbitante stimato in oltre due miliardi di lire. Si ipotizzava che la soluzione potesse fornire una sede adeguata agli sport indoor, pur sapendo che non avrebbe soddisfatto le esigenze del ciclismo su pista e dei grandi incontri di pugilato ovvero gli sport popolari all'epoca con il maggiore richiamo di appassionati; questi, i cui eventi erano più episodici che continuativi, sarebbero stati ancora dirottati verso il glorioso palazzo dello Sport della Fiera.

Ed in effetti il 16 maggio 1956 il "Corriere della Sera" annunciò che il Comune stava studiando la realizzazione di un “piccolo palazzo dello sport con capienza sufficiente per le manifestazioni ordinarie di tennis, pallacanestro, hockey a rotelle, scherma, atletica pesante e pugilato, prestandosi inoltre per riviste su pattini e rappresentazioni di circo equestre. Sorgerà nel settore del Lido, in piazzale Lotto, con un salone da 5.000 spettatori, salvo un aumento nel caso degli incontri di pugilato in quanto verrebbe occupata una parte della platea. Il palazzo comprenderà anche due corpi di fabbrica secondari per allenamenti e servizi.”

La definizione presunta centrò con precisione quello che poi sarebbe stato realizzato.
Il successivo 30 novembre fu precisato che l’impianto sarebbe sorto nel Lido, nella zona compresa tra P.le Lotto e P.zza Stuparich con un costo di 200 milioni di lire, importo finanziato dal Credito sportivo. Veniva anche indicato che il progetto era opera degli ingegneri Ciocca e Manfredi oltre che dell’architetto Paladini e forniti molti particolari inerenti le soluzioni tecniche progettuali.

Queste anticipazioni rimasero tali per circa due anni, quando la pressione della pallacanestro (ovvero del Simmenthal, fresco sponsor dell'Olimpia) iniziò a smuovere mediaticamente la querelle. Il 25 ottobre 1958 fu data notizia della ventilata impossibilità dell’Ente Fiera di concedere al Simmenthal l’agibilità per il mese di novembre e del conseguente accordo stipulato tra l’Assessore allo Sport, dott. Iori, l’Ente Fiera e il Simmenthal; al club fu garantita la disponibilità dell’impianto sino al successivo 4 novembre, così da consentire l’incontro programmato di Coppa dei Campioni, mentre la FIP avrebbe invertito le sedi delle partite di campionato consentendo ai milanesi di giocare “sempre in trasferta” per tutto il mese di novembre.  

Nella conferenza stampa l’Assessore Iori aveva annunciato che i lavori per la costruzione del Palazzetto Lido sarebbero iniziati a giorni e che il nuovo impianto sarebbe stato disponibile per l’anno successivo.

L'Olimpia (che al tempo aveva conquistato il suo terzo scudetto consecutivo, il dodicesimo globale), dall'appeal sempre più crescente era a rischio sfratto o comunque di non avere la garanzia di poter usufruire di una vera a propria 'casa'. Il lavoro dei cantieri aperti in zona Lido proseguiva con priorità diverse da quelle della pallacanestro, preceduta dall'ampliamento dell'attigua piscina e l'inaugurazione il 17 settembre 1959 del campo di minigolf; l’Assessore allo Sport, Gianfranco Crespi si sbilanciò prevedendo l'ultimazione del nuovo Palazzo Lido-Sport per l’anno successivo.

L'insoddisfazione di Cesare Rubini proseguì la sua risalita a galla: "Siamo in una situazione difficile perché siamo senza un campo stabile" affermò il tecnico milanese al Corriere d'Informazione "Cominceremo il campionato presso la palestra dove ci alleniamo attualmente, ovvero la palestra dello stadio Fenaroli. Palestra stupenda ma che non ha la possibilità di ospitare il pubblico. A fine ottobre ci trasferiremo alla Forza e Coraggio dove su tribune improvvisate potranno trovare posto i nostri abbonati. Infine torneremo per fine novembre al Palazzo Sport Fiera e lì speriamo di rimanerci sino a fine campionato.  Per quanto riguarda il nuovo Palazzetto Lido-Sport, questo sarà pronto per maggio 1960, a campionato finito. Forse il CONI lo inaugurerà ufficialmente con il torneo eliminatorio di pallacanestro per l’ammissione alle Olimpiadi”.

A febbraio 1960 lo stato dell'arte confermava i notevoli progressi: la parte in muratura era già ultimata e anche la copertura metallica della volta era prossima al collaudo, sotto la sopraintendenza dell’ing. Umberto Bonzano dell’Ufficio Tecnico Comunale. In base al progetto il complesso era effettivamente costituito da due fabbricati, uno principale ed uno secondario, collegati tra loro da un tunnel sotterraneo. Complessivamente i due edifici avevano una superficie superiore a 5.000 mq. Il fabbricato principale, che poteva accogliere 5.500 persone (di cui 4.000 comodamente sedute)  aveva una platea di 40 per 20 metri, con due ordini di gradinate per il pubblico. La platea per il campo di gioco si trovava a quota -3 metri rispetto al piano stradale. Interrati erano pure i servizi accessori, ovvero  quattro grandi spogliatoi collettivi, tre individuali, due per gli istruttori, tutti dotati di docce e servizi igienici-sanitari. Nel seminterrato erano sistemati anche quattro gruppi di servizi sanitari per il pubblico, un locale di pronto soccorso, uno adibito a sauna, la centrale termica, due guardaroba, un bar e ambienti utilizzati quali depositi e magazzini.

La copertura della volta era costituita da 12 centine metalliche ad arco, coperte superiormente con lastre di fibrocemento e vetro retinato con soffitto in pannelli di sughero per l’isolamento termico. Il complesso sportivo era dotato di impianto di riscaldamento/condizionamento dell’aria.Il complesso secondario, adiacente a quello principale, era rappresentato da una palestra di 18 x 10 metri e da un salone da 36 x 18 metri. Per il limitato pubblico ammesso fu realizzata una balconata, due gruppi di servizi igienici/sanitari ed un bar.

Per le opere murarie e l’impiantistica, esclusi l’arredamento interno, era stata prevista una spesa di 270 milioni. di lire. Per quanto riguarda i quantitativi impiegati:   cemento 2.000.000 kg, acciaio 450.000 kg, sabbia 8000 mc, 30.000 giornate lavorative.

Domenica 23 Ottobre 1960 iniziò il campionato di prima serie (equivalente alla serie A1 odierna) ma non essendo il Palazzetto Lido-Sport ancora pronto, il Simmenthal affrontò il Biella presso il Palazzo dello Sport Fiera.

Martedi 25 Ottobre alle ore 20.45, malgrado una pioggia sferzante che non aveva bloccato l’arrivo di una discreta presenza di spettatori, ci fu l’inaugurazione ufficiale dell’impianto. Dopo la benedizione dispensata da Mons. Pisoni, presidente della popolarissima Fondazione Don Gnocchi, l’Assessore Crespi diede l’avvio ad un nutrito programma avente come protagonisti i più popolari sportivi milanesi : dapprima una esibizione di schermidori, poi i pugili (tra cui Duilio Loi, Sandro Lopopolo, Carmelo Bossi) a cui fece seguito un incontro di 20’ tra Simmenthal e Ignis. Seguirono i tennisti (tra cui Cucccelli, Gardini e Tacchini), il sollevamento pesi, i ginnasti della Pro Patria e dei VVFF. Infine i ciclisti Maspes, Gaiardoni e Baldini chiusero la serata affrontandosi con prove su rulli.  L’Assessore, il cui obiettivo era che il Palalido fosse occupato per almeno 150 giorni all’anno, insediò una commissione, da lui presieduta, composta da due organizzatori di grandi eventi sportivi (Vincenzo Torriani e Vittorio Strumolo) e dal giornalista sportivo Aldo Missaglia, che aveva il compito di vagliare le domande di utilizzo.   

Finalmente l'8 dicembre 1960 il basket debuttò con due incontri ufficiali in un Palalido gremito da oltre 5.000 prrsenze: alle 16.00 la All'Onestà di coach Forastieri sconfigge il Sant'Albino Monza confermando il proprio dominio nel campionato di serie B chiuso poi senza sconfitte. Alle 17.30 si sfidarono Simmenthal e Ignis , per il match clou del campionato 60/61 in cui l’Ignis Varese di coach Garbosi e dell"imprendibile Gatti si impose per 78-71 e di lì a pochi mesi avrebbe conquistato il suo primo scudetto. I due protagonisti sarebbero poi diventati il fulcro dell'All'Onestà.

Il Palalido divenne il "salotto" ideale per la pallacanestro, affiancando alle competizioni nazionali e internazionali del Simmenthal anche l'ascesa dell'All'Onestà, la nascita del Trofeo Lombardia datata 24 maggio 1961 e le periodiche esibizioni degli Harlem Globetrotters.

Ben presto però la palla a spicchi dovette imparare a convivere con le più disparate attività con cui il Palalido venne occupato. L'impianto divenne ben presto sede di concerti, in particolare rock, ad iniziare dai Rolling Stones che si esibirono una prima volta l'8 aprile 1967 e si trovarono talmente bene che tornarono a ottobre 1970 per due esibizioni ravvicinate. Sotto la volta del Palalido hanno suonato i più noti gruppi internazionali come i Police (il 2 aprile 1980 in un impianto supergremito), i Cranberries, i Ramones, i Kraftwerk, i Blur, gli Oasis, i Deep Purplee poi Iggy Pop, Ben Harper e tanti altri. In campo nazionale, è restato nella storia il concerto del 2 aprile 1976 di Francesco De Gregori che fu sonoramente contestato, anzi “processato” dai collettivi studenteschi che gli rimproveravano un presunto tradimento degli ideali di sinistra; tanto che il cantautore romano decise di smettere con i 'live' per oltre due anni.

Anche la politica ha spesso sfruttato gli ampi spazi coperti del palazzetto di piazza Stuparich per manifestazioni e convegni: il più ecclatante fu il congresso del PCI che si tenne dal 13 al 17 marzo 1972 e in cui Enrico Berlinguer fu eletto segretario politico del partito. Questo evento aveva scatenato un'accesa polemica tra l'Assessore allo Sport Bellini e i tre maggiori dirigenti delle società milanesi (Rubini, Maumary e De Luca), stizziti dall'impossbilità di usufruire del PalaLido per oltre dodici giorni in un momento cruciale della stagione 1971/72; le tre società scesero a patti con l'intermediazione della F.I.P. che intervenne dopo il congiunto proposito di abbandonare i campionati.  

Si potrebbe pensare che con l’impiego del Palazzone di San Siro l’ultima partita di serie A giocata al Palalido  fu il derby  Billy-Amaro 18 Isolabella disputata il 24 febbraio 1980 (114-109), ma non fu così. In effetti con questa partita si chiudeva soltanto un ciclo e terminava praticamente anche l’esperienza della Pall. Milano nel basket di vertice. In realtà l’Olimpia rientrò forzatamente al Palalido il 20 gennaio 1985 a seguito della devastazione del Palazzone di S. Siro, battendo l’Honky Fabriano (98-91). Il quintetto milanese disputò nel glorioso impianto tutto il resto del campionato 1984/85 e la prima parte dei playoff fino all'allestimento della "Tenda" di Lampugnano, l'antesignano del PalaTrussardi.

L'Olimpia mantenne il PalaLido come campo utilizzabile all'evenienza anche negli anni successivi, disputando anche gare internazionali per le quali l'intimità del palazzetto era più che sufficiente. Il club biancorosso fu anche il promotore del progetto di ristrutturazione dell'impianto nel 2010, a compimento delle attività che avevano portato l'Olimpia a trasferire anche la sede al Lido e a procedere al recupero dell'ex pista di pattinaggio come campo di allenamento e di gioco per il settore giovanile. Le previsioni (o meglio le promesse) iniziali davano la consegna del nuovo impianto al finanziatore Giorgio Armani nell'estate del 2011, ma tra interruzioni, fallimenti, ricorsi e interminabili vertenze il progetto fu abbandonato e venne il definitivo trasferimento al Forum di Assago.

Ma il Palalido è tornato, ufficialmente il 19 giugno 2019: si chiama 'Allianz Cloud' ha un nuovo aspetto, una capienza maggiorata, è moderno, ecosostenibile e senza barriere architettoniche. I numeri parlano chiaro: 5.309 posti a sedere (2.055 al primo anello, 3.254 al secondo), 4 skybox, 32 posti in tribuna stampa, area hospitality da 220mq, tre bar e due biglietterie. Ha ancora uno spirito multidisciplinare ma l'impronta del basket è ben marcata grazie all'Urania Basket, quei Wildcats che fino allo scorso decennio militavano nelle minors regionali e poi hanno meritatamente raggiunto i vertici arrivando in Serie A2 a partire dal 2019/20. E il pubblico è tornato ad affluire, arrivando in metropolitana (oggi anche con due linee), con la 90 o la 91, a riempire i parcheggi di Via Cremosano lungo la piscina e fino al 'Ribot' o di Via Salmoiraghi fino quasi a QT8. Come si faceva una volta, e forse è proprio bello così.

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Anche per il PalaLido, MuseodelBasket-Milano sta realizzando un instant-book che in cui sarà pubblicata la versione integrale di questo 'Speciale', con approfondimenti, testimonianze e un ampio resoconto agonistico del basket giocato al PalaLido. Per ulteriori informazioni scrivere a info@museodelbasket-milano.it

Le Finali di Coppa delle Coppe al Palalido

Il PalaLido è stato teatro dell'atto finale di due edizioni della Coppa delle Coppe: nel 1971 con la gara di ritorno che assegnò il trofeo al Simmenthal dopo aver perso il primo confronto con lo Spartak Leningrado, e nel 1978 con il derby italiano tra Cantù e Virtus Bologna. Entrambi gli eventi... [Leggi tutto]

IMMAGINI ALLEGATE

Una suggestiva immagine del Palalido degli anni '60

Jura in azione contro Cantù al Palalido di Milano

Iellini va a canestro in Simmenthal - Maccabi nella stagione 1965/66

Manifestazione Antifascista al PalaLido del 30 aprile 1974

Rolling Stones in concerto al PalaLido l'8 aprile 1967