Racconti


Clinic Roma 1966 - "Ci eravamo tanto amati" di Oscar Eleni

Un fotografia in bianco e nero, e nulla più. Ma non sempre è così: basta interpretare uno sguardo o una postura, per far riaffiorare i ricordi più dolci, i legami con persone speciali, che magari ci hanno già lasciato.

E' questo il motivo per cui abbiamo sottoposto questa immagine a Oscar Eleni, che quel Clinic del 1966 lo ha vissuto e non solo vi ha partecipato. L'espressione dei suoi sentimenti è scritta in queste parole, che rispettano il suo stile ma dalle quali si percepisce un senso di amicizia profonda, forse irripetibile.   


"Quello che scrive è accosciato in basso, digrignando i denti, alla fine di un clinic tecnico che ci portò la rivelazione della 'uno tre uno pressing'. Come nel capolavoro di Ettore Scola del 1974 un gruppo di amici cercò di capire cosa era stato il loro passato e come avremmo vissuto il futuro. Magari tradendo, come il cestista Gassman, i molti ideali che ci avevano portato in quel viaggio romano meraviglioso ed indimenticabile. 
Il gruppo lombardo aveva scelto come tana la casa della vedova Alice Feller. Sales, con cui avevamo concluso il corso da allievi allenatori ispirato dagli insegnamenti del professor Guerrieri, spaventato dai troppi profumi nel bagno di chi vi scrive, Paolo Viganò vero maestro, Bianchini, Innocenti, Santinoli.
Un bel gruppo dove la bestemmia era proibita, anche se si faceva fatica a sopportare tutta la rigidità del 'gruppo Lamber', la grande fantasia del vate Bianchini. 
Lezioni fra i grandi, Primo, Cerioni, ma, soprattutto Rubini e Garbosi, avendo scoperto la semplicità coinvolgente di un grande come Lou Carnesecca che sconvolse qualche nostra futura stella chiedendo sempre che un giocatore ringraziasse il compagno per un assist, per una copertura, per una fatica che doveva essere di gruppo.
L’elaborazione di quelle lezioni magistrali nelle carbonare sul lago di Bracciano. Le nostre vite denudate da bei ricordi nel giorno in cui, come dice Bianchini, il basket italiano è stato aiutato ad uscire dalla sua piccola provincia. 
Amici per sempre, anche se su strade diverse. Sales e Bianchini i grandi, gli altri portantini come Manfredi per trovare la loro strada, Viganò il guru che serviva in quelle giornate elettrizzanti. Come succede nelle grandi scuole non tutti sono diventati importanti come Gassman, molti sono rimasti come Satta Flores, nel sogno, altri hanno continuato a combattere, anche se spesso non capiti. Una foto meravigliosa,  che ci ricorda come eravamo e quanto ci siamo amati, anche se poi, nel viaggio, ci  siamo pure scontrati perché l’accosciato in basso a sinistra ha scelto isole e mari diversi, come il giornalismo, certo nel rimpianto di non aver combattuto contro tutte le odiose difese a zone che molti utilizzavano anche nelle giovanili pur di vincere le partite.
La didascalia è incompleta perché la memoria tradisce, comunque ci teniamo questa foto ricordando un momento della nostra vita che ci ha liberato dalla tristezza.
Da sinistra in alto: Paolo Viganò il grande guru del Lamber, poi Fadda, il professor Fassi che nella leva Simmenthal ci fece capire tante cose, ad esempio che senza fisico non potevi diventare neppure come i favolosi gemelli Brega o il nipote del Principe, Rubini e Guerrieri, giganti, un presumibile Sales che diventerà "Barone" per Dido e per se stesso, Juanito Santinoli, un’altra X forse il mio ex compagno al Cus Pavia Belli.
Accosciati da sinistra: lo scrivente che facendo marcare a tutto campo il Papetti da un coraggioso nano della Canottieri forse chiuse la sua carriera in panchina, un amico dimenticato, Carnesecca e Garbosi, il caro Innocenti che ci ha lasciato, il caro Bianchini che, fortunatamente, indica ancora la strada, la sua, certo, ma comunque una strada.

Oscar Eleni per il Museodelbasket-milano.it

IMMAGINI ALLEGATE

Il Gruppo degli allenatori lombardi che hanno presenziato al Clinic C.A.F. di Roma del luglio 1966 con coach Lou Carnesecca