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Zambon Luisa

Il viaggio da Treviso a Milano non è lungo, circa 300 km; negli anni '50 e '60, senza la variante o in treno, si impiegava qualcosa in più delle attuali tre ore: era comunque un tragitto importante. Nella storia del basket milanese l'hanno percorso in tanti, sin dal Patriarca dell'Olimpia, il cavalier Adolfo Bogoncelli che ha richiamato dalla terra natia, ma anche dalle più orientali Trieste e Gorizia, quasi tutti gli uomini più cruciali della storia del Club.
Da Villorba, ai confini con Treviso dove oggi sorge il PalaVerde, nel 1967 partì alla volta di Milano una nuova pivot della Standa, nonchè prossima impiegata ai Grandi Magazzini. Luisa Zambon, classe 1940 e maggiore di cinque fratelli, alcuni con ottime carriere sportive, forse non era molto convinta di questa doppia opportunità di carriera, ma il tempo e il campo l'hanno poi ripagata con enormi soddisfazioni.

Luisa, arrivò alla Serie A a ventiquattro anni, come pivot della rivelazione Caffè Bristot Treviso che nel suo triennio lampo conquistò un quarto e due terzi posti in campionato, prima del prematuro scioglimento deciso dal patron Zancanaro.
Nel frattempo, bruciò i tempi anche in Nazionale, condividendo il ruolo in azzurro con Ghirri e Crocitto. La prima convocazione risale al luglio 1965 per il Torneo di Porto S.Giorgio, scendendo in campo nella sconfitta 37-39 contro la Bulgaria. Fu una settimana straordinaria per la famiglia Zambon perché coach Primo convocò anche la sorella Marianna (classe 1942), prossima a trasferirsi a Bologna e che poi la raggiunse a Milano per la stagione 1970/71.
Nel 1966, Luisa fece le Qualificazioni e poi tutta la lunghissima preparazione agli Europei (12 partite nel solo mese di luglio), per poi ritrovarsi pivot titolare a causa della rinuncia di Ghirri per motivi di cattedra. Gli Europei di Cluj si chiusero con l'Italia al decimo posto con una sola vittoria; il risicato bottino di Zambon parlò di 13 punti in sette partite. Anche se non le furono assegnate colpe specifiche, questo le costò il posto ai Mondiali di Bratislava. Fu ri-convocata per i tornei siciliani nell'estate 1967 e indossò per l'ultima volta l'uniforme azzurra il 30 luglio contro la Cecoslovacchia a Porto S.Giorgio, là dove aveva iniziato.
Era già negli archivi, alla fine del 1966/67, che dal Caffè Bristot ci fu un vero esodo verso Milano: Luisa Zambon, Licia Toriser e Marisa Geroni raggiunsero alla Standa l'ex compagna Paola Bordon che era arrivata l'anno precedente. Del gruppo trevigiano restò in Veneto solo la prodigiosa Rosetta Bozzolo, che andò a Vicenza e vinse subito lo Scudetto.
Il Tricolore rimase un sogno per Luisa che, sotto la guida prima di coach Forastieri e poi di Zigo Vasojevic incassò ben cinque secondi posti consecutivi.
La sua stagione più redditizia fu con 133 punti il 1970/71, in cui la titolare Gianna Ghirri ebbe diversi malanni fisici. Fu anche l'anno del rientro dopo la nascita di Matteo, primo coronamento dell'unione con il giornalista Oscar Eleni, matrimonio celebrato nel 1969, ovviamente a fine campionato, ma che le fece saltare la prima finale di Coppa Italia. 

La 'maledizione della vittoria mancata' svanì con il doppio successo in Coppa Italia: nel 1971 con la finale a Faenza vinta 48-40 contro la Doris Tricot Treviso, e bissata l'anno successivo a Imola con il trionfo in extremis (45-44 ) su Vicenza. 

La sua esperienza alla Standa si concluse dopo 81 presenze e 407 punti in campionato. Il destino ha voluto che il tanto agoniato Scudetto fosse vinto dalla Standa proprio nel 1972/73, quando Luisa passò alla PEG Sesto San Giovanni, con chiuse con un'onorevole salvezza a quasi dieci punti di media partita.
Dopo l'arrivo del secondogenito Federico, giocò ancora un anno nell'Annabella Pavia, che nel 1977/78 acquisì i diritti di Serie A dalla disciolta GBC Sesto; formò un reparto lunghe interessante con l'ex-standina Antonella De Mori, andando entrambe vicine alla doppia cifra (115 punti in 19 partite per Luisa). Non fu tuttavia un anno fortunato, concluso con una sola vittoria all'attivo nella prima fase e cinque nella poule salvezza, che non evitarono la retrocessione in B della compagine pavese.
Arrivò il distacco dal basket non poi così immediato, con un marito... nel settore e due figli indirizzati ad essere protagonisti sul campo (avranno poi un futuro nelle 'Minors' milanesi).
Dopo aver allenato nelle giovanili del GBP a...chilometro zero, nel 1984 chiamò a raccolta ex-compagne e avversarie del 'milanese' e diede vita al progetto delle "Prigioniere del Sogno": Bozzolo, Mabel e Ambra Bocchi, Toriser, Penati, Angeretti tanto per cominciare, poi ne arrivarono altre. Campionati dominati in Promozione (e non poteva essere altrimenti) e un tentativo in Serie C nel 1986/87, tutto all'insegna dell'autogestione femminile. Solo un uomo aveva il permesso di entrare in questa cerchia: l'inarrivabile 'Zaccaria', custode del Palalido, che si prendeva cura delle sue campionesse, aiutandole per le partite come fosse un regolare addetto agli arbitri.
Concluso il "sogno" Luisa e l'amica del cuore Chiara Guzzonato hanno continuato a frequentare i palazzetti per dare un'occhiata, senza interferire, alle partite dei figli (Federico, ma anche Andrea e Alberto Cappellari) in Serie C.

IMMAGINI ALLEGATE

Una palla contesa tra (da sinistra) Barbara Costa, Marisa Geroni, Paola Dalla Longa e Luisa Zambon nel derby al PalaLido vinto dalla Standa 66-58

Standa Milano 1970 vincitrice della Coppa Italia. In piedi Ghirri, L.Zambon, Toriser, Zamara, Mapelli. Accosciate Alderighi, Pareschi, Giammona, M.Zambon. Allenatore Romano Forastieri.

La formazione della Standa del 1971. In piedi: Ghirri, L.Zambon, Zamara, M.Zambon, Tessarolo. Accosciate: Toriser, Nava, Pareschi, Alderighi, Giammona. Allenatore Romano Forastieri (non presente nella foto),