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Serafini Luigi

Luigi Serafini, per tutti Gigi (o anche 'Zizon' nelle frequentazioni bolognesi), era nato a Casinalbo, a metà strada tra Modena e Sassuolo il 17 giugno 1951 ed è stato la tipica 'scoperta casuale' in un'adolescenza già avanzata ma che mai aveva avuto il tempo per lo sport. Fu avvistato da un altro pivot virtussino (e Nazionale) Nino Calebotta, colpito dalla sua altezza fuori categoria per un quindicenne già avviato al lavoro in fabbrica. 
L'intuito della Virtus Bologna fu premiato perchè il giovane Gigi bruciò le tappe e dopo averlo sottoposto a sedute di potenziamento muscolare oltre che di tecnica cestistica, lo fece esordire in serie A nel 1968; in quella Candy, allenata ancora per poco dal tecnico ceco Jaroslav Sip, Gigi prese il posto in 'rosa' proprio del suo mentore Calebotta, al fianco di un pacchetto di esperti come Dado Lombardi, Cosmelli, Zuccheri che però non ripeterono il terzo posto dell'anno precedente. L'estate successiva, partecipò ai camp dei Boston Celtics e New York Knicks, primo italiano di sempre a ricevere un invito così importante. La Virtus a cavallo del decennio cambia tecnici (anche Paratore, Tracuzzi e Nico Messina) ma soprattutto sfoltisce e si rinnova, portando in bianconero i vari Bertolotti, Ferracini, Antonelli, ma anche stranieri importanti come Fultz. L'anno di svolta è il 1973/74, quello del passaggio da 'Norda' a 'Sinudyne': Gigi diventa capitano e trova nuova linfa nell'energia sotto il comando di coach Dan Peterson. Ed è subito Coppa Italia, vinta alle Final Four di Vicenza contro la Snaidero Udine (di Sanders e Malagoli) dopo aver eliminato anche la Saclà Asti. Nell'esaltare i 28 punti di Fultz, all'ultima in maglia bianconera, in pochi sottolineano i 19 punti del pivot in maglia 13.
Il ciclo Sinudyne porta la Virtus stabilmente tra le prime quattro d'Italia e a ben figurare in campo internazionale, come la semifinale di Coppa Korac 1976, incredibilmente persa per differenza canestri ma dopo aver vinto Gara-1 di 9 in casa della Jugoplastika Spalato. Nel ritorno al PalaAzzarita, Jerkov vinse a mani basse il confronto con Serafini (che all'andata ne aveva messi 19) con 37 punti contro i soli 5 dell'azzurro. Gli slavi poi vinsero la coppa contro la Chinamartini Torino.
La Sinudyne non si perse d'animo e andò in caccia dello Scudetto, l'ultimo assegnato con la 'Poule' prima dell'avvento dei playoff: la squadra di Peterson vinse 13 partite su 14 (unica sconfitta a Cantù), partendo da un derby mozzafiato con l'Alco Fortitudo e arrivando a espugnare anche il campo dei neo-campioni d'Europa della Mobilgirgi Varese. In quell'anno trionfale, Gigi segnò 502 punti e catturò 311 rimbalzi, sfruttando la sintonia speciale con il suo play Charlie Caglieris. L'anno successivo fu l'ultimo alla Virtus Bologna, già orientata verso forze nuove come Villalta e Generali. Arrivò alla finale scudetto, eliminando la favorita Cantù per un punto in Gara-3, ma questa volta la Mobilgirgi fu implacabile.
Dopo nove stagioni, nel 1977 il capitano se ne andò, destinazione Xerox Milano, per costituire con Jura un forte binomio sottocanestro. Nel pieno della maturità e ancora nel giro della Nazionale, Serafini assicurava a coach Guerrieri sia la prestanza fisica che l'altruismo necessario per elevare il livello di gioco sempre imperniato sul realizzatore americano. Il quintetto con Rodà, Farina, Lauriski, Jura e Serafini fece gli straordinari, lasciando ben poco spazio ai panchinari sia in campionato (chiuso al quinto posto con 23 punti di Gigi nella Gara-3 della finale con la Perugina Jeans Roma) sia in Korac fermata ai quarti di finale. Per Serafini 442 punti e 302 rimbalzi in 34 gare. Nel 1978/79 il ritorno di Zanatta e De Rossi in maglia Xerox lasciava presagire un miglioramento, ma la squadra di Gurioli non andò oltre l'ottavo posto in stagione regolare, vinse di 1 punto ai supplementari lo spareggio con la Superga Mestre per accedere ai playoff contro l'Emerson Varese che la eliminò in due partite. 
Gigi di carattere allegro e socievole ha lasciato a Milano un ottimo ricordo. Gli ex compagni ricordano che una persona a causa sua ha rischiato di affogare in una piscina. Lo sfortunato, che non sapeva nuotare, ha chiesto a Gigi, in piedi immerso sino al collo, se in quel punto della vasca si “toccasse” e sentita la risposta affermativa di Serafini, l’improvvido si è tuffato inconsapevole della altrui statura.
Impossibilitato, come tanti, a restare alla Pallacanestro Milano che si stava approcciando all'abbandono della Serie A, Serafini si accasò alla Reyer Venezia, appena retrocessa in A2 e con il nuovo coach Dido Guerrieri; la Canon, forte di Della Fiori, Carraro, Scott e DeSanctis non riuscì a centrare la promozione e costò il posto al tecnico di Civitavecchia. Arrivò l'anno successivo con Tonino Zorzi quando la Carrera diventò illegale per la A2 schierando anche Dalipagic e Haywood; vinta con 26 vittorie la A2, si permise anche di superare il primo turno dei playoff scudetto, battendo Forlì e cedendo solo a Varese. Fu anche l'anno della Finale di Coppa Korac al Palau Blaugrana di Barcellona, persa di un solo punto (105-104) al supplementare contro la Joventut Badalona dopo essere stati +8 a due minuti dalla fine e +4 nell'overtime, con Haywood protagonista nel bene (30 punti) e nel male (la palla persa decisiva a 38" dalla fine). In quell'occasione Serafini segnò 12 punti in 18 minuti in campo.
Negli ultimi due anni alla Carrera, il suo minutaggio iniziò a calare; la sua tranche veneziana si concluse con 117 partite e 851 punti.
Nel 1982/83 resta in A1 ma con la maglia dell'Honky Fabriano di coach Massimo Mangano con Mark Crow e Massimo Lasi, per due campionati dignitosi e giunti a salvezza. 
Assapora la Serie B nel 1984/85 con Firenze, ma è soltanto un attimo, perchè da capitano della Liberti conquista subito la promozione in Serie A2 sconfiggendo in finale l'Aurora Desio. Serafini si toglie quindi la soddisfazione di un'altra stagione di livello in A2 alla soglia dei 34 anni; in squadra con Ebeling e JJ Anderson (e coach Rudy D'Amico) conclude al decimo posto con un ruolo da cambio di lusso, presente in 29 partite ma con all'attivo solo 43 punti.
Gigi ha complessivamente segnato 4287 punti nei campionati di serie A.

In Nazionale, Gigi è stato un pretoriano di coach Giancarlo Primo, che lo ha sempre voluto per comporre un pacchetto lunghi di livello, alle spalle di Dino Meneghin. Esordì in azzurro il 21 maggio 1971 a Siena contro la Francia, in preparazione alle Qualificazioni agli Europei che poi si svolsero a Essen in settembre con la conquista della medaglia di Bronzo ai danni della Polonia. Quel bronzo che l'anno seguente sfuggì alle Olimpiadi di Monaco di Baviera contro Cuba. E poi sempre presente agli Europei, alle Olimpiadi di Montreal, alle varie tournee che l'Italia giocava negli USA o in Sudamerica, fino all'ultima esperienza degli Europei di Torino '79 (con un 5' posto...migliorabile) che fu anche l'ultima panchina azzurra di Primo. In totale sono state 113 gare e 531 punti, ma per tutti Gigi resta quello dell'infrazione di passi (inesistente) per schiacciare il punto decisivo nella finale per il bronzo olimpico a Monaco.

Fuori dal parquet, Serafini è stato assicuratore, manager di materale sportivo e presidente dell’ Atletico Basket di Borgo Panigale (Bologna).

Ci ha lasciato dopo una lunga malattia nell'agosto 2020.

IMMAGINI ALLEGATE

Gigi Serafini

Serafini in maglia Xerox contro Cosic

Serafini contrastato da Red Robbins

Serafini in gancio con la maglia della Virtus Bologna