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Meneghin Dino

Dino Meneghin è l’emblema della nostra pallacanestro: forse nessun altro campione di uno sport di squadra è stato, nell’immaginario collettivo di tutti gli Italiani, assimilato ad una disciplina sportiva come lui.

SuperDino con la sua forza, capacità, tenacia, grinta, sportività e simpatia ha messo d’accordo i tifosi di tutte le squadre sulla sua immagine di atleta integerrimo. Non a caso dal 2008 al 2013 ha ricoperto la carica di Presidente della Federazione Italiana Pallacanestro.

Meneghin, nato ad Alano di Piave nel 1950, è arrivato a Varese nel 1958 con la sua famiglia quando il padre si trasferì lì per lavoro. Ha iniziato a giocare a basket quando aveva 13 anni su consiglio di Nico Messina, allenatore delle squadre giovanili dell'Ignis Varese, che lo aveva visto giocare in un torneo studentesco. Invitato da Nico Messina a presentarsi in palestra per un provino, Dino, ignaro del loro significato, si presentò con le scarpe da ginnastica rosse, rischiando così un linciaggio e di interrompere la carriera prima di iniziarla.

A 15 anni l’Ignis lo manda a giocare in serie B con la Robur et Fides di Varese, squadra allenata dall’ottimo Gianni Asti che, vedendolo alto 204 cm, lo imposta subito nel ruolo di centro.

Dino ha debuttato in serie A a 16 anni nella Pallacanestro Varese, con la quale ha giocato per 15 stagioni agonistiche vincendo praticamente tutto almeno due volte: sette Scudetti, quattro Coppe Italia, cinque Coppe dei Campioni, due Coppe delle Coppe e due Coppe Intercontinentali.

Epici negli anni ’70 sono stati i suoi duelli sportivi sotto canestro con Art Kenney, innescati dalla loro fisicità ma mai dalla cattiveria: infatti si stimano e sono grandi amici.

A 31 anni i dirigenti della pallacanestro Varese, forse perché lo consideravano “bollito” cedono Dino agli acerrimi avversari dell’Olimpia Milano. Il trasferimento ha destato molti malumori in entrambe le tifoserie e molta curiosità per sapere chi avesse fatto l’affare. A Milano Meneghin che è restato dal 1980 al 1990, dopo le iniziali difficoltà causate da un infortunio al ginocchio, è diventato l’idolo dei tifosi incarnando “Fiero il guerriero”, il nuovo logo/mascotte dell’Olimpia.

Nel 1990 decide di emigrare a Trieste dove disputa tre campionati ad alto livello. L’Olimpia Milano nel 1993 lo ha ingaggiato di nuovo per una stagione, l’ultima della sua straordinaria e longeva carriera. Meneghin ha confessato che l emozione più forte che ha avuto sul parquet è stata quando ha giocato contro suo figlio in un incontro ufficiale di serie A. Crediamo che ben pochi atleti abbiano avuto questo privilegio. Complessivamente nel campionato italiano ha giocato 836 partite e segnando 8.580 punti.

Nei due periodi trascorsi all’Olimpia ha disputato 339 partite, segnato 2830 punti e conquistato cinque scudetti, due Coppe Italia, due Coppe dei Campioni, una Coppa Korac, una Coppa Intercontinentale. Niente male per uno considerato “bollito”!  

In Nazionale ha esordito nel 1969, ha disputato 271 partite (2° assoluto) e ha segnato 2947 punti  (2° assoluto). Meneghin ha partecipato a quattro Giochi Olimpici conquistando la medaglia d’Argento a quelli di Mosca 1980. Ha inoltre vinto una medaglia d'oro e due di bronzo ai Campionati Europei.

Dopo aver cessato l’attività agonistica e prima di diventare presidente Federale, Dino è stato anche team manager dell’Olimpia Milano e della Nazionale.

Meneghin è stato il primo giocatore italiano sia selezionato da una squadra professionistica della NBA sia eletto nella nel Naismith Memorial Basketball Hall of Fame.

Il 19 novembre 2019 in occasione della sfida di Euroleague tra l'Olimpia Milano e il Maccabi Tel Aviv, la società milansere ritira la sua maglia n.11.

IMMAGINI ALLEGATE

Dino Meneghin al tiro libero

Uno dei momenti della sfida Kenney-Meneghin sotto canestro

Dino Meneghin e Bob McAdOO dopo la vittoria della Coppa dei Campioni nel 1988

Dino meneghin esulta dopo la sfida contro Maccabi a Gent, finita con il punteggio di 90-84 nella stagione 1987/88

"I Meneghin": Andrea e Dino

Due che valgono per quattro: Dino Mineghin e Mike D'Antoni 

Dino Meneghin e Art Kenney

Blocco di Dino Meneghin