Società


All'Onestà dal 1957 al 1971

Nel 1955 Valentino Milanaccio, facoltoso commerciante di Borgosesia, proprietario dei ” Magazzini All’Onestà”, negozi di maglieria, biancheria e confezioni, regalò le divise di gioco alla squadra di pallacanestro dell’oratorio della parrocchia di San Gioachimo. Lo fece per accontentare le richieste del figlio Giovanni e dei suoi compagni, poiché povero parroco di periferia, non riusciva a soddisfare questa esigenza.

La sede della ditta di Milanaccio era in via Galileo Galilei, di fronte alla stazione ferroviaria delle Varesine, proprio ad un tiro di schioppo dalla chiesa di San Gioachimo. La squadra dell’oratorio inaugurò le nuove uniformi partecipando al campionato C.S.I. (Centro Sportivo Italiano) nel 1955/56.

Il torneo C.S.I. era molto diffuso tra le parrocchie in tutta Italia, si disputava nella stagione invernale, quasi esclusivamente sui campi all’aperto. La squadra ospitante, dovendo rendere praticabile il campo, effettuava spesso il riscaldamento preliminare spargendo segatura sulle pozzanghere, spalando la neve o spazzando il terreno di gioco dalle foglie cadute.

Nel 1956/57 i ragazzi del San Gioachimo, ottennero addirittura il secondo posto nelle finali nazionali C.S.I. Con queste premesse vittoriose Valentino Milanaccio non poté più tirarsi indietro e fondò la società sportiva Pallacanestro Milano, che affiliò però alla F.I.P. ( Federazione Italiana Pallacanestro). La squadra venne iscritta al campionato di Promozione, e adottò i colori sociali giallo e rosso. Milanaccio scelse le stesse tinte delle divise di lavoro delle sue commesse, e sulle maglie fece scrivere “All’Onestà”.

Le origini popolari della Pallacanestro Milano furono sempre motivo di orgoglio, d'altronde anche il commendator Valentino Milanaccio, iniziò dalla “gavetta”. L’allenatore Dido Guerrieri, sbagliò definendo “cugini di campagna” i suoi giocatori della Mobilquattro, perché, sebbene di periferia, le origini della Pallacanestro Milano furono pur sempre cittadine.

Ai giocatori dell’ All’Onestà non parve vero poter disputare le partite casalinghe nella palestra riscaldata della Forza e Coraggio ed ottennero facilmente, con dodici vittorie e quattro sconfitte, la promozione in serie C, già nel 1957/58.

Sulle ali dell’entusiasmo, nel campionato 1958/59 i giocatori fecero ancora meglio, riportando undici vittorie e una sola sconfitta si guadagnaro l’ammissione alla serie B.

Milanaccio intuì le difficoltà del salto di categoria e per il campionato 1959/60 affidò  la guida tecnica a Romano Forastieri, neoallenatore che aveva però alle spalle una gloriosa carriera da giocatore nel Simmenthal, nell’Ignis e nella Nazionale, interrotta solo da un infortunio al ginocchio. Con dodici partite vinte e cinque perse, la squadra disputò un ottimo torneo e prese le misure per l’anno successivo.

Nella stagione 1960/61, infatti, la squadra di Forastieri, con i rinforzi di Brega in regia e Pessina sotto i tabelloni, sbaragliò tutti gli avversari e conquistò trionfalmente la promozione in serie A, con quattordici partite vinte e nessuna sconfitta!

Per affrontare il campionato 1961/62 di serie A, l’All’Onestà prese Galletti un playmaker che diventò ben presto e per molti anni il capitano della squadra. La squadra allenata da Romano Forastieri, con sedici vittorie e quattro sconfitte si comportò molto bene per essere una neopromossa.

Nell’annata  1962/63 Forastieri ottenne come rinforzi due giovani promettenti in prestito dalla Simmenthal: Lucio Ongaro ala alta e Gnocchi ottimo tiratore da fuori. La compagine di Milanaccio confermò il buon piazzamento del precedente torneo, con tredici gare vinte e cinque perse.

La serie A cominciò ad andare stretta alla famiglia Milanaccio e nel 1963/64 prese Enrico Garbosi, allenatore dell’Ignis campione d’Italia, come general manager.

I nuovi acquisti furono Sandro Gamba, ex colonna delle “scarpette rosse” e capitano della Nazionale e Angelo Masocco pivot, gran lottatore sotto canestro. La All’Onestà  magistralmente allenata da Forastieri, con ventidue vittorie e solo due sconfitte, approdò alla tanto agognata “Prima Serie”.

La famiglia Milanaccio dopo aver coronato il sogno di portare una squadra dall’oratorio al massimo campionato nazionale, si propose ora di diventare la prima squadra di Milano e di vincere lo scudetto. Il commendator Valentino moltiplicò i negozi e i dipendenti, ma continuò a gestire l’azienda come fosse una grande famiglia. Alla stessa stregua considerò i giocatori suoi “figliocci”.

Per aumentare le vendite e riempire il Palalido di tifosi, venne studiata un’ apposita campagna pubblicitaria che sfruttasse la sinergia. Nei negozi promossero la squadra di pallacanestro distribuendo l’album delle figurine dei giocatori ed esponendo le loro gigantografie ed alle partite reclamizzarono i “ magazzini All’Onestà”, regalando buoni sconto. Fecero anche un disco 45 giri con l’inno sociale appositamente composto.

Distribuirono biglietti omaggio per vedere le partite casalinghe tra gli alunni delle scuole medie milanesi e tennero il prezzo degli abbonamenti molto contenuto. Invitarono le commesse dell’All’Onestà, ragazze giovani e carine, a seguire la squadra nelle trasferte con i pullman riservati ai tifosi. Organizzarono corsi gratuiti di minibasket gestiti dai loro campioni più famosi.

Forastieri sprovvisto del brevetto idoneo per allenare in “Prima Serie” nel campionato 1964/65 risultò giocatore, mentre Garbosi figurò allenatore. La campagna acquisti puntò su Guido Carlo Gatti, campione che infiammò i tifosi con le sue schiacciate, Vaccaro buon tiratore, Volpato pivot di 2 metri ex "scarpetta rossa", Mauri ala alta e Lajos Toth, profugo ed ex nazionale ungherese.

I sostenitori dell’ All’Onestà furono inizialmente giovani che si avvicinavano per la prima volta alla pallacanestro e si mostrarono subito calorosi e appassionati. Gamba trasmise al gruppo la sua grinta e la sua professionalità. Gatti fu quarto nella classifica dei marcatori.

Vaccaro, Volpato, Galletti, Masocco e Mauri diedero un valido apporto, ma la squadra si salvò solo disputando gli spareggi per non retrocedere. Forastieri fece esordìre in prima squadra Marino Zanatta, futuro capitano della Nazionale e più volte campione italiano, europeo e mondiale di club a Varese.

Dal campionato 1965/66 la F. I. P. decise che la “Prima Serie” riprendesse a chiamarsi “serie A” e che tornassero gli stranieri, uno solo per squadra in campionato e due nelle partite di coppe internazionali.

Il direttore tecnico Enrico Garbosi scelse un giocatore straordinario, Joe Warren Isaac che sapeva fare tutto e bene. Joe si integrò subito perfettamente, per la sua bravura, simpatia e disponibilità ad allenare il minibasket, diventò l’idolo incontrastato dei tifosi per i successivi sei anni.

La squadra fu ringiovanita e rafforzata in tutti i settori, giunsero Dal Pozzo, pivot statuario di 207 centimetri, Ossola e Bulgheroni, due giovani play, Vatteroni e Vescovo, due buoni tiratori.

Arrivò sesta, riportando undici vittorie e undici sconfitte. Isaac giunse secondo nella classifica dei marcatori. Anche Gatti e Vatteroni ebbero una buona media partita di segnature. Forastieri fece debuttare in serie A Eligio De Rossi, futuro capitano della squadra.

Garbosi confermò l’organico dei giocatori ma sostituì l’allenatore. Romano Forestieri se ne andò dopo sette anni di  grandi soddisfazioni e il conseguimento di due promozioni. Garbosi affidò la squadra per la stagione 1966/67, ad un giovane coach italoamericano, Richard Percudani, mossa azzardata che diede ottimi risultati. L’All’Onestà giunse al terzo posto in classifica e si aggiudicò il diritto di disputare la Coppa delle Coppe. Si misero in luce Isaac con 20 punti di media a partita e Gatti con 15. Diedero un buon contributo nelle realizzazioni anche Vatteroni, Dal Pozzo, Vescovo e Toto Bulgheroni, che diverrà in seguito presidente della Pallacanestro Varese e avrà un grande successo nell’imprenditoria italiana.

La famiglia Milanaccio, investì nel settore giovanile assorbendo il vivaio della “Social Osa”, oratorio di periferia, che comprende la famosa via Gluck.

Grazie al proficuo lavoro dell’allenatore Giuliano Bandini, quell’oratorio vide nascere almeno quattro giocatori di serie A, fra questi spicca Gianni Bertolotti che in seguito giocò 101 partite con la Nazionale. Nell’agosto 1967  Lew Alcindor, forse il miglior giocatore professionista di tutti i tempi, che si fece chiamare dopo la conversione all’Islam Kareem Abdul-Jabbar, disputò alcune partite di allenamento con la squadra dell’ All’Onestà, proprio nella palestra della Social Osa.

Nella stagione 1967/68 Percudani si ritrovò senza giocatori oltre i due metri, poiché Dal Pozzo lasciò il basket per motivi di lavoro. Il coach intelligentemente impostò il gioco sulla velocità, preparò una difesa aggressiva e per mantenere alto il ritmo, si propose di effetuare frequenti cambi di tre o quattro giocatori per volta.

Per disputare la Coppa delle Coppe scelse Willie Wolters, pivot americano di 203  centimetri. Fu un annata molto sfortunata. In coppa l’All’Onestà fu eliminata al primo turno dalla Dinamo Bucarest. In campionato giunse solo ottava poiché fu costretta a giocare sei partite senza Isaac, che si procurò la rottura dei tendini della mano destra, infrangendo un tabellone con una schiacciata.

Si distinsero nelle segnature Isaac, capitan Gatti, Vatteroni e sopratutto De Rossi favorito dal gioco veloce. Percudani che fu squalificato alcune partite per aver contestato platealmente una decisione arbitrale, a fine campionato se ne tornò negli Stati Uniti.

Giovanni Milanaccio e Garbosi ingaggiarono per il campionato 1968/69 Vittorio Tracuzzi, ex allenatore della Nazionale e ex campione d’Italia a Bologna e a Varese, acquistarono Enrico Bovone, pivot della Nazionale di 210 centimetri.

Tracuzzi fece debuttare in prima squadra i giovani Nizza, Bertolotti e Gurioli e tornò al gioco tradizionale per sfruttare la presenza di un pivot come Bovone, che segnò tredici punti di media a partita.

Joe Isaac fece meglio e ne realizzò venti di media. De Rossi si confermò su un buon livello di realizzazioni. L’All’Onestà, accreditata come una delle pretendenti al titolo, con ventidue vittorie e undici sconfitte, ottenne un poco soddisfacente quinto posto.

I magazzini All’Onestà, divennero famosi a tal punto che furono menzionati nella canzone di Giorgio Gaber “Barbera e Champagne”.

Guido Carlo Gatti, eroe di tante vittorie e primo beniamino dei tifosi, volle andarsene.  Per la stagione 1969/70 fu ingaggiato con un sensazionale colpo di mercato, l’italoamericano Tony Gennari, playmaker dalla perfetta tecnica dei fondamentali, dall’ottima visione di gioco e dal tiro preciso dalla grande distanza.

Le grandi potenzialità della squadra crearono grandi aspettative e nervosismo. Tracuzzi non riuscì a  gestire lo spogliatoio con tanti giocatori dalla forte personalità e fece alcune scelte tecniche molto originali, “tracuzzate”.

La quarta sconfitta, alla  settima partita del girone di andata, gli fu fatale e venne sostituito, dal suo vice Riccardo Sales.

L’All’Onestà con quattordici partite vinte e otto perse, ottenne il terzo posto in classifica.

Isaac divenuto capitano, risultò il miglior rimbalzista ed il miglior marcatore della squadra. Toni Gennari tenne la media di 16 punti a partita con il 39\% di realizzazione. De Rossi realizzò 15 punti di media con il 54\% di tiri realizzati. Bovone e Zanatta apportarono un buon contributo.

Confermato Sales alla guida della  squadra per il campionato 1970/71, Giovanni Milanaccio acquistò Massimo Cosmelli, playmaker della Nazionale. Bertolotti venne sacrificato in parziale contropartita. Il settore giovanile cominciò a dare grandi soddisfazioni: la squadra allievi allenata da Bandini conquistò lo scudetto nazionale. Giroldi, Iacuzzo e Mascellaro per premio entrarono  a far parte della prima squadra. Giovanni Milanaccio contribuì a fondare la Lega Società Pallacanestro Serie A.

A Borgosesia fu terminata la costruzione del  “Centro Sportivo Valentino e Giovanni Milanaccio”, successiva sede di molti raduni precampionato della Pallacanestro Milano.

La società e la squadra sembrarono pronte per aggiudicarsi lo scudetto, ma il progetto tecnico non decollò.

L’All’Onestà si classificò al quarto posto con uno score di dodici partite vinte e dieci perse. Isaac ebbe una leggera flessione sia nei rimbalzi che nella media punti a partita. Gennari e Cosmelli non brillarono particolarmente. De Rossi mantenne il 54\% di realizzazioni, ma ebbe cinquanta opportunità in meno di tirare rispetto all’anno precedente. Bovone con 250 rimbalzi risultò solo nono nella speciale classifica vinta da Lienhard con 380.

Giovanni Milanaccio, deluso dai risultati non adeguati allo sforzo economico sostenuto decise di abbandonare, cedette Gennari, Cosmelli, Bovone e Zanatta e mise in vendita la società  Pallacanestro Milano.

Terminò così l’epopea della All’Onestà nel basket!

IMMAGINI ALLEGATE

Anno 1955/56, Oratorio San Gioachimo: partita All'Onestà - Aspis per il campionato C.S.I.

Dido Guerreri

Romano Forastieri al tiro

Masocco, Gamba, Mauri e Volpato a rimbalzo contro la Reyer alla “Misericordia”

Dick Percudani

Toto Bulgheroni

Lew Alcindor, Mauri, Masocco, Zanatta alla Social Osa

Il quintetto base senza pivot: De Rossi, Zanatta, Gatti, Ossola e Isaac

Albonico, De Rossi, Gatti, Isaac, Zanatta, Zatteroni, Bulgheroni, Nizza, Bertolotti, Tracuzzi, Bovone, Gurioli.

La Formazione della Pallacanestro All'Onestà Milano 1968/69. Si riconoscono Tracuzzi, Bulgheroni, De Rossi, Gatti, Zanatta, Nizza, Bovone, Isaac, Bertolotti, Vatteroni, Gurioli, Albonico e Giovanni Milanaccio.