Storia milanese


Il record di Riminucci

Secondo le "voci" dell'epoca fu chiaramente l'ennesimo miracolo motivazionale del "Principe" Cesare Rubini. Già, perché prima che Sandro Riminucci segnasse materialmente i 77 punti contro la DDM La Spezia il 3 maggio 1964, ci fu il lavoro di preparazione mentale operato dall'allenatore biancorosso nei confronti di una delle sue stelle predilette, in un chiaro momento di difficoltà.

La stagione 1963/64 non era stata fino a quel momento per "l'Angelo Biondo" un anno tranquillo, consumato tra le polemiche dirette e indirette con Nello Paratore, tecnico della Nazionale, dopo il deludente settimo posto ai campionati del Mondo in Brasile con relativa esclusione per le manifestazioni successive, fissando di fatto la data del 24 maggio 1963 come ultima gara in azzurro di Riminucci. Aggiungiamo poi un ginocchio dolente che ne minava le poetiche movenze, e con il ruolo di "prima punta" ceduto ad altri realizzatori in crescita come Nane Vianello. Ci voleva un vero e proprio colpo di teatro.

Rubini ne aveva già provate molte e non lo aveva convocato per la partita di campionato precedente. Poi il rientro contro la squadra della Marina Militare e le parole magiche: "Tu giochi e cerchi di segnare più che puoi". E Riminucci eseguì.

Lo Spezia non era certo l'avversario più ostico, anzi chiuse all'ultimo posto la classifica "Elette" (così era denominato il massimo campionato italiano all'epoca) con solo due vittorie, ma forse nemmeno un sistema difensivo più forte sarebbe riuscito a limitare un giocatore caricato a mille come il pesarese; inoltre, arrivato a quota 35 punti già all'intervallo (con 14/25 dal campo e 7/8 dalla lunetta) la squadra si adoperò con la massima collaborazione per centrare con Riminucci l'obiettivo stabilito dall'allenatore.

E dire che in quel Simmenthal non mancavano certo i realizzatori di classe: da Paolo Vittori, che poteva sfidare al tiro qualsiasi avversario fino allo sfinimento, a Vianello che al momento deteneva il record di punti segnati nel massimo campionato italiano con i 67 inflitti nella stagione precedente al Treviso.

Riminucci, preso l'abbrivio e determinato a portare a compimento la "missione" giocò un secondo tempo ancora più razzente: le sue entrate a velocità doppia, le soluzioni dall'esterno (senza il tiro da tre punti), l'incontenibilità totale, lo portarono a mettere a segno altri 17 canestri dal campo (su 29 tentativi) con un modesto apporto di liberi (8/12) per un totale di 42 punti in poco più di diciassette minuti; perchè il suo 77simo punto fu 'soltanto' il 90simo della partita del Simmenthal che chiuse l'incontro con un 101-46 quasi ordinario.

Il tabellino dell'incontro
Simmenthal Milano vs DDM La Spezia 101-46
Simmenthal Milano: Riminucci 77, Pieri 2, Vittori 2, Vianello, Sardagna 3, Masini 3, Ongaro 7, Volpato 4, Longhi 3, Binda;
Dipartimento della Marina La Spezia: Zucchini 18, Franceschini 14, Frantulli 2, Maini 2, Racchi 6, Passera 4, Canepa, Morelli, Gallina, Leopardi.

Le cifre totali di Sandro Riminucci: 31/54 da due e 15/20 ai liberi.

L'impresa di Riminucci resterà l'unico momento indimenticabile in una stagione 1963/64 avara di soddisfazioni per l'Olimpia Milano sia in Italia che in campo internazionale (con la semifinale persa contro il Real Madrid a causa del -23 nella gara di ritorno). Reduce da due scudetti consecutivi e l'apoteosi del campionato perfetto del 1962/63 vinto da un Simmenthal Campione d'Italia imbattuto con 26 vittorie su altrettante gare, il flusso magico biancorosso si interruppe, forse anche in conseguenza della separazione con Sandro Gamba, trasferitosi alla All'Onestà che portò in Serie Elite già nel primo degli ultimi due anni di carriera come giocatore.

La squadra di Cesare Rubini vide lo Scudetto prendere la strada di Varese, e la chiusura al secondo posto; fatali furono la sconfitta 80-79 a Livorno, che interruppe una striscia di 47 vittorie iniziata nel febbraio 1962 (che tutt'ora rappresenta il record italiano assoluto di imbattibiità), l'unica débacle interna 88-92 con la Virtus Bologna e il confronto diretto nel girone di andata con l'Ignis Varese.

La formazione guidata da coach Vittorio Tracuzzi e con in campo l'ex-Simmenthal Nino Cescutti, il capocannoniere Giovanni Gavagnin, Guido Carlo Gatti, Antonio Bulgheroni e Valerio Vatteroni (che transiteranno poi anche All'Onestà Milano), tuttavia beneficiò dell'influsso dell'Olimpia Milano per la stesura della classifica finale. Se infatti nella penultima di campionato il Simmenthal si impose su Varese per 79-74, riaprendo di fatto una speranza-spareggio alla Virtus Bologna, nella giornata finale i biancorossi espugnarono la casa dei felsinei per 75-79, vendicandosi della sconfitta dell'andata, relegandoli al terzo posto e consegnando di fatto lo Scudetto ai varesini.

Il principale destinatario del messaggio ordito da Rubini, ossia Nello Paratore tecnico della Nazionale Italiana, non cambiò idea ed escluse ancora Riminucci dalla rappresentativa Olimpica per i Giochi di Tokyo 1964, giungendo comunque al quinto posto con ancora Vittori, Vianello, Lombardi, Bufalini, Pieri e Pellanera sugli scudi.

Ma quella del 3 maggio 1964 resta una pagina scritta con caratteri quasi indelebili nella storia della pallacanestro italiana: il record di Sandro Riminucci è ancora valido se si considerano le partite della massima serie italiana.

Quando Carlton Myers segnò 87 punti (con 9/19 da tre...) alla Libertas Udine il 26 gennaio 1995 (più di trent'anni dopo), salì al vertice della classifica della Lega Italiana, ma in una gara di Serie A2. Forse l'eredità raccolta da Myers è la più degna perchè le doti tecniche del riminese si possono accostare più a quelle di Riminucci, piuttosto degli altri "martelli" come Drazen Dalipagic, Oscar Schmidt o Joe Bryant, che sono solo riusciti ad avvicinarsi al limite siglato dall'Angelo Biondo, pur senza superarlo, nonostante l'ausilio del tiro da tre punti.

Non si entra nella storia per caso, e per lo stesso motivo non se ne esce.

IMMAGINI ALLEGATE

Riminucci, l'Angelo biondo, al centro del gruppo.