Storia


La storia della regola dei 30 secondi (poi ridotti a 24)

Tutti conoscono l'articolo del regolamento che regola (scusate il gioco di parole) il tempo entro cui una squadra deve tentare il tiro a canestro, pena la perdita del possesso della palla. Questa regola fu introdotta dalla FIBA (Federazione Internazione del Basket) nel 1956, ma è curiosa la sua genesi tanto da dedicarci una scheda nel nostro "museo virtuale".

Si sa che tutti gli allenatori, in tutti gli sport, cerchino di sfruttare i regolamenti per ottenere un vantaggio competitivo e come gli esperti federali ricerchino costantemente delle contromosse al fine di riportare il gioco allo spirito originario o per migliorarne la spettacolarità.

Al tempo non c’era alcun limite al possesso di palla ed i falli (se non riguardavano giocatori che andavano a canestro) erano puniti unicamente con rimessa laterale. Il problema esplose nel 1953 ai campionati europei disputati a Mosca.

La Jugoslavia incontrò Israele e la partita si disputò regolarmente per i primi due tempi regolamentari terminata in perfetta parità. A questo punto iniziò il primo tempo supplementare e non appena (a risultato ancora in parità) la Jugoslavia riuscì a recuperare il pallone, iniziò una estenuante melina, senza mai puntare a canestro, tenendo il pallone sino agli ultimi secondi per poi tirare al limite, ma senza fare canestro. Per cui il primo tempo supplementare terminò in perfetta parità.

Iniziato il secondo supplementare, la Jugoslavia appena conquistati il pallone (con punteggio ancora inalterato) ripetè la manfrina e tirò, senza esito, solo alla fine. Per cui si disputò il terzo supplementare, con Jugoslavia che ripetè il film prolungandolo anche al successivo quarto tempo, dove finalmente gli slavi riuscirono a segnare con il tiro scoccato a pochi secondi dalla fine.

Il colmo fu pochi giorni dopo con una storia altrettanto paradossale, sempre durante gli stessi giochi.

L’URSS incontrò l’Ungheria e la partita si disputò regolarmente fino ai primi minuti della ripresa quando i Russi, in lieve vantaggio, decise di praticare la melina senza tirare. L'aspetto comico era che all'Ungheria tale situazione non dispiaceva affatto perché aveva la certezza di ottenere una sconfitta con un minimo scarto, per cui non c’era in campo nemmeno la “finta” di disputare un qualcosa degno di definirsi “agonistico”.

Ecco il motivo per cui la FIBA decise di limitare il tempo di possesso di palla a 30 secondi (ridotti nel 2004 a 24, al fine di spettacolarizzare maggiormente il gioco) e di introdurre una regola che penalizzava, dopo certe condizioni, con il tiro libero tutti i falli; provvedimento quest’ultimo che se da un lato puniva le squadre “picchiatrici”, aveva l’effetto di stimolare l’impiego del fallo “tattico”. Regole che sostanzialmente sono ancora adesso vigenti.

 

IMMAGINI ALLEGATE

Radivoj Korac con il tipico tiro libero a due mani da sotto