Storia milanese


Enichem Livorno - Philips Milano 88/89, canto del cigno milanese tra le polemiche

Questa è una delle partite storiche “top” nella storia dell'Olimpia. Famosissima non solo per aver portato in bacheca lo scudetto n.24, l'ultimo firmato dalla "triade" Meneghin/D'Antoni/McAdoo, ma anche per la straordinario epilogo dovuto al tiro decisivo del livornese Forti giudicato fuori tempo max, ma solo dopo 15 minuti dal termine dell’incontro.

E’ leggendaria sia perchè la Rai aveva erroneamente assegnato dapprima il titolo ai livornesi, sia perché un evidente errore degli ufficiali di gara consentì al milanese King di giocare con cinque falli a suo carico. Molti infine ricordano questa partita anche per la rissa finale tra alcuni tifosi e Premier o anche per l'epico tuffo di McAdoo per deviare una palla, assolutamente inusuale per le stelle NBA e che dimostrava che anche nel vecchio asso era entrato il leggendario spirito Olimpia.

Facciamo un piccolo passo indietro. Il campionato 1988/89 inizia con lo scudetto cucito sulla maglia della Scavolini Pesaro, vera corazzata, guidata dal “vate” Valerio Bianchini. Milano, Campione d’Europa uscente, ha confermato il nocciolo duro della sua formazione (salvo Ricky Brown sostituito dapprima da Bill Martin a cui è poi subentrato Albert King) ed è una squadra di gran classe ma ormai logora. L’Enichem allinea una superformazione, giovane, con una straordinario asso (Alexis), un buon secondo straniero (Wood) e quattro ottimi italiani, tutti nazionali, quali Fantozzi, Forti, Carera e Tonut. Il limite è la panchina corta, ma in compenso il coach è l’esperto Alberto Bucci. In campionato l’Enichem batte entrambe le volte la Philips (100-94 a Livorno, 105-99 a Milano) ed impatta con la Scavolini vincendo in casa 102-90 e perdendo fuori per 87-78.

La prima fase vede come da pronostico la Scavolini in testa (21 vittorie e 9 sconfitte), seguita da Enichem Livorno (19 vittorie e 11 sconfitte). Milano ha accumulato 12 sconfitte e per il gioco dei quozienti canestri è classificata quinta.

Nei play-off Livorno si sbarazza facilmente della Arimo Fortitudo Bologna e successivamente in tre incontri anche della Knorr Virtus Bologna, presentandosi cosi alla serie finale da disputarsi al meglio dei cinque incontri. La Philips liquida la Benetton Treviso e poi trova la Scavolini. A Pesaro perde, ma la moneta piovuta sulla testa di Meneghin ribalta il risultato in 2-0 a suo favore, dopodiché vince a Milano (85-82) ed elimina conseguentemente Pesaro tra mille polemiche, oggi non ancora sopite.

Iniziano le finali, con l'Enichem che, grazie alla miglior classifica nella prima fase, avrà diritto a disputare l'eventuale quinto incontro sul proprio terreno. L’Enichem gioca in un palazzetto piccolo, con il pubblico a ridosso del campo, in un clima tradizionalmente incendiario. La prima gara si disputa a Livorno. Vince nettamente l'Enichem 92-79. La seconda partita a Milano vede il predominio Philips per 100-81. Il segnale che manda coach Casalini è inequivocabile: “per lo scudetto, noi ci siamo ancora”.

Terza partita, a Livorno e qui i vecchi leoni dell'Olimpia ruggiscono e azzannano nuovamente la preda: Milano vince 73-69. Per la quarta partita, da disputarsi a Milano, tutti pensano che Livorno sarà la vittima sacrificale e l'Olimpia cucirà lo scudetto sulle maglie. E invece no, Livorno sfonda a Milano e vince 83-77 e pertanto è necessario disputare la quinta decisiva partita, che viene ripresa in diretta dalla Rai.

E' sabato 27 maggio 1989, ore 17.00, e al palazzetto di Livorno di Via Allende inizia l'ultima sfida senza immaginare che lo scudetto 1988/89 si deciderà solo al 40° minuto, a fil di sirena. Iniziamo subito a raccontare gli attimi finali.

Mancano 34 secondi al termine dell'incontro, la Philips conduce di 1 punto, 86 a 85, e ha il possesso di palla. La Philips è abile a tenere la palla al limite dei trenta secondi. Premier si alza in sospensione ma il suo tiro finisce sul ferro. Il livornese Alexis prende il rimbalzo, mancano 4 secondi alla fine dell'incontro, apre sulla sinistra per Fantozzi che palleggia velocemente fino quasi a metà campo per poi servire Forti sotto canestro che si alza al tiro, con Meneghin alle spalle proteso in una impossibile stoppata. Mentre la sirena strepita, Forti realizza nonostante il fallo di Meneghin e l'arbitro Grotti, che era a due passi da Forti, indica con le mani la convalida del canestro ed il fallo di Meneghin. E' scudetto per Livorno! Giubilo incredibile in campo, invasione dei tifosi e nel frattempo Premier e Montecchi, aggrediti, reagiscono. E' la molla che fa scattare una rissa di più vaste proporzioni immortalato dalle telecamere Rai, la quale, in base al tabellone che riporta nel frattempo il risultato di 87 a 86 per i livornesi, continua a riprendere le scene di giubilo con la sovrascritta “Enichem Livorno – Campione d'Italia”.

In realtà, gli ufficiali di campo e gli arbitri erano corsi immediatamente negli spogliatoi e non si era capito se la partita era formalmente terminata (il tiro libero a seguito del fallo di Meneghin era da tirare o no?). Ma per i tifosi locali non ci sono dubbi ed inizia la grande festa con i giocatori gialloblu in trionfo in campo. Fuori dal Palasport si formano cortei automobilistici e le vie della città sono attraversato da caroselli con le bandiere gialloblu innalzate al vento. La gioia dello scudetto dura però soltanto un quarto d'ora. Negli spogliatoi l'arbitro Zeppilli, che nell'azione finale era lontano dall'area e vicino al tavolo e quindi in ottima posizione di visibilità sia dei giocatori che del cronometro, si dice sicurissimo di aver sentito la sirena prima che Forti facesse partire il tiro e quindi afferma che il canestro è da ritenersi annullato, così come lui stesso aveva affermato nell'immediatezza agli ufficiali di campo prima della fuga negli spogliatoi. Il collega Grotti, che era sotto canestro e non poteva controllare il cronometro (ma sentire la sirena, sì) afferma di non avere una propria idea sull'accaduto e si rimette al parere di Zeppilli.

Zeppilli è categorico e pertanto sul referto non viene riportato il canestro di Forti in quanto non valido perché effettuato fuori tempo. Il referto rosa viene consegnato al GM Cappellari, che zitto zitto entra nello spogliatoio dei milanesi, chiude la porta e sventolando il foglio fa esplodere di gioia i presenti. Lo scudetto dalle maglie dell'Enichem passa così a quelle della Philips.

La notizia si diffonde all'esterno: i tifosi ammutoliscono e sale l’indignazione per lo “scippo”, i caroselli scompaiono dalla città e l'Olimpia rimane asserragliata negli spogliatoi per oltre due ore.

Il TG1 delle 20 dà ancora la notizia che l'Enichem ha vinto lo scudetto. Per i livornesi si tratta dell'ultima amara beffa della giornata. Nella nottata alla “Domenica Sportiva” viene dato il resoconto corretto e vengono esaminati alla moviola gli ultimi secondi; si dimostra che, per qualche "frame", la decisione di Zeppilli era esatta: una bella soddisfazione per il fischietto abruzzese!

Ma veniamo adesso a come si era svolto il match prima del drammatico epilogo.

La Philips ha giocato mettendo in campo tutta l'esperienza, la "cattiveria" e soprattutto il mestiere. L'Enichem ha invece accusato lo stress del match-scudetto, impiegando molto tempo prima di togliersi di dosso l'emozione dell'evento. Ciononostante la partita è sempre stata in equilibrio fino a poco più di 3 minuti quando l'Olimpia era avanti per 80 a 71. La perentoria risposta dei livornesi, con 9 punti consecutivi, grazie ai canestri di Fantozzi e di Alexis ed al carattere di tutta la squadra, ha prontamente annullato l'handicap in circa 1 minuto e mezzo. Tutto da rifare dunque sull'80 a 80 a 1 minuto e 52 secondi dalla sirena.

Premier riporta avanti la Philips con una bomba, ma Alexis risponde per le rime anche se il tiro viene convalidato da due punti in quanto il piede dell'americano aveva appena sfiorato la linea dei 6,25: il punteggio è 83-82 per Milano. Nuova bomba di D'Antoni a 52 secondi dalla fine ma Alexis replica con un altro missile a 34 secondi dalla fine (86-85 per Milano). Poi la palla persa dai milanesi e lo storico canestro di Forti prima convalidato e poi annullato.

In quell'incontro si era anche verificata una grave irregolarità: l'americano milanese King era rimasto in campo per i 3 minuti finali, nonostante gli arbitri gli avessero fischiato cinque falli. Errore gravissimo degli ufficiali di gara e del dirigente livornese addetto alla panchin che avrebbe dovuto accorgersene e non guardare la partita.

Inammissibile sarà giudicato successivamente il ricorso dell'Enichem per la ripetizione della partita in quanto per i giudici si era trattato di un errore tecnico, che per i regolamenti federali non poteva (e non può) essere oggetto di ricorso. Insomma, nel Paese della dietrologia, il concatenamento dei fatti (lo 0-2 al Pesaro, il canestro annullato al Livorno, il respingimento del ricorso perchè King aveva giocato dopo il quinto fallo) induce ancora oggi i tifosi livornesi (e pesaresi) a ritenere che i “poteri forti” del tempo avessero deciso che lo scudetto 88/89 “dovesse” andare all’Olimpia Milano.

E la scandaloso lassismo della Federazione che squalificò, per il clima da far-west, il campo di Livorno per una sola giornata, fu visto dai tifosi labronici come un gesto riparatorio delle presunte malefatte inflitte al Livorno.

Lo scudetto 1988/89 rimane però anche il "canto del cigno" di una squadra leggendaria che ha terminato il suo ciclo a causa dell'età anagrafica dei suoi giocatori migliori.

Livorno, sabato 27 maggio 1989, ore 17.00
Enichem Libertas Livorno – Philips Olimpia Milano 85-86 (41-42)
Enichem Livorno: Fantozzi 18, Forti 6, Alexis 32, Carera 13, Tonut 11, Wood 5, De Raffaele, Pietrini n.e., Pelletti n.e., Rossi n.e.. Allenatore: Alberto Bucci
Philips Milano: D'Antoni 9, Premeir 20, Meneghin 10, Mc Adoo 7, King 22, Pittis 6, Pessina 8, Montecchi 2, Aldi 2, Baldi n.e.. Allenatore: Franco Casalini

IMMAGINI ALLEGATE

Una fase dell'incontro Enichem Livorno - Philips Milano

Forti contrastato da McAdoo e Premier

Flavio Carera

L'ultimo tiro di Forti contrastato da Meneghin e McAdoo

La finale Livorno - Milano nella stagione 88/89 con Fantozzi in primo piano a braccia alzate

I tre "senatori" di Milano anni 80: D'Antoni, McAdoo e Meneghin

Il "famoso" tuffo di McAdoo contro Livorno nella finale scudetto

VIDEO ALLEGATI

Enichem Livorno - Tracer Milano Finale scudetto Gara5 stagione 1988/89 con interviste di Aldo Giordani e ricostruzione degli ultimi secondi di Carlo Sassi