Racconti


Il "Mobilquattro Club" - Seconda puntata

Continua il racconto di Mario Vignati, con la collaborazione di Lilù Battaini, Raffaella Ranieri e Roberto Rambaldi.

Seconda puntata

Durante la sua presidenza, Valentino Milanaccio mantenne sempre una conduzione molto familiare della società sportiva: noi, figli dei dipendenti, potevamo infatti incontrare con facilità i giocatori nella sede sociale di via Procaccini 38 e restare a parlare con loro.

In quella sede conobbi Vatteroni, Albonico, Bovone, Gurioli, il compianto Angelo Masocco, Vescovo, l’italo americano Tony Gennari ed Eligio De Rossi, il più simpatico, unico ad aver vestito tutte le maglie dei quattro sponsor della Pallacanestro Milano in serie A (inizialmente guardia-contropiedista eccezionale e in seguito grande play).

L'All'Onestà aveva anche una seconda squadra senior, in seguito denominata Milanaccio, dove poteva giocare Wolters, lo “straniero di Coppa”.

Il vivaio poteva contare su una cantera notevole che produsse:

Marino Zanatta (difensore stratosferico poi evolutosi in un temibile tiratore dalla lunga) che diventò capitano della Nazionale dopo essere migrato forzatamente a Varese al termine della stagione 1970/71;

- Gianni Bertolotti, andato a 20 anni alla Virtus Bologna, anch’egli fenomenale ala alta, ha collezionato 100 presenze in maglia azzurra;

- Geremia “Mimmo” Giroldi grande tiratore mancino nella Mobilquattro e Xerox,

oltre a Benatti,a Blasi e Borlenghi, precocemente scomparsi, che sono stati trasferiti al Simmenthal durante la crisi economica societaria.

Ed il tifo si organizzava sempre di più… i figli dei dipendenti incominciarono a parlare di questa squadra di serie A che rivaleggiava alla grande con Cantù, Virtus e Venezia e in alcuni casi portava seria minaccia a Simmenthal (a noi molto inviso) e Ignis, coi propri compagni di scuola e di università, mentre nel vicino Oratorio della parrocchia della Madonna di Lourdes iniziò a costituirsi il primo gruppo di tifosi organizzati grazie all’infaticabile Davide Gola (come me, figlio di dipendente All’Onestà).

Milanaccio iniziò anche ad organizzare qualche pullman di trasferta, inizialmente per le località più vicine (Varese in primis, ma anche Venezia e Bologna), mentre si sviluppava il merchandising: figurine, magliette, poster…. e il disco con l'inno.

Anche il Palalido diveniva luogo di iniziative: nell’intervallo delle partite venivano organizzate gare di tiro fra i ragazzini del pubblico e, a chi vinceva, veniva regalato un canestrino appendibile da cortile (il mitico “ciuff”).

Alla domenica sera, quando la squadra era in trasferta, tutti con l’orecchio a Radiosera (quello che oggi è il gr2 delle 19 e 30) al termine del quale venivano letti i risultati delle gare di A, mentre al lunedì, le pause caffè dei dipendenti erano corredate da commenti sulla gara della domenica; il tutto poi proseguiva con l’acquisto del giornale pomeridiano della “Notte” che conteneva una sezione dedicata al basket di serie A con cronaca e tabellini delle gare delle milanesi. Ho ancora nella mente un titolo che declamava una vittoria di All’Onestà contro l’Oransoda Cantù di Charly Recalcati “Con Isacco Oransoda nel sacco”, ingenua forzatura del nome Isaac, evidente protagonista di quella belle vittoria… mamma mia, che ricordi!

Si soffriva, certo, perché non si riusciva, salvo il primo derby con Isaac in campo, a battere i cugini, che si mostravano volentieri irridenti con i loro cori beffardi improntati al dialettale “Cata su” o all’ecclesiale canto “Per i miseri implora perdono, per i deboli implora pietà” allorquando gli scarti finali si dilatavano oltre i 10 punti.

Milanaccio allestì per i suoi tre coach Percudani, Tracuzzi e Sales lo squadrone, ma ogni volta era una mezza delusione… e nel 1970/71 addirittura, preso Cosmelli, Sales rilasciò una aperta dichiarazione di ambizioni tricolori. Fu invece una medaglia di legno, un quarto posto in assoluto non pessimo ma certamente non in linea con le attese.

Noi tifosi sempre a gridare “O-o-onestà, Onestà vincerà!”, poi “Giogioaisac”, “Tony-giò, Tony-giò, Tonytony giogiogiò”, ma ancora a subire ”Cata sù”, “Per i miseri implora perdono”.

Il nostro giocatore più sbeffeggiato era il povero Enrico Bovone.

E con ciò avanzava il timore che la festa potesse finire, perché, nel frattempo, la congiuntura economica iniziava a farsi sentire nell’azienda sponsor e Giovanni Milanaccio, anche deluso dai risultati sportivi nell’estate 1971 dovette giocoforza abbandonare il campo da basket. E così molti dipendenti accompagnatori e molte commesse urlanti uscirono di scena… ma, il seme era stato gettato, perché nel frattempo le giovanili All’Onestà erano diventate realtà rilevante nel basket nazionale e la politica di distribuzione mirata di biglietti gratuiti della gare di A alle scuole iniziava a dare i suoi frutti…

Davide Gola detto il Throat, presidente del “Club Mobilquattro”: figlio di dipendenti All’Onestà, coagulò intorno a sé almeno una trentina di persone, trascinandole con le sue profonde riflessioni, i suoi sussulti in partita, il suo rapportarsi semplice con la gente, il suo desiderio di vivere accanto ai ragazzi della squadra anche da via Monreale e non più da via Procaccini i momenti più intensi e le trasferte; sapeva innescare risate fragorose tra i tifosi anche nei momenti più bui grazie a improvvise battute dense di inventiva e sarcasmo. Attualmente è uno stimatissimo medico di base.

Racconto inviato e quindi riservato per il Museodelbasket-milano.it.

IMMAGINI ALLEGATE

La seconda squadra senior All'Onestà: Poletti, Gibelli, Isaac, Zanier, Santamaria, Prof.Verri. Accosciati: Pedrini, Villetti, Rossini, Zanetti, Leporace.

La formazione della "Milanaccio": Ratta, Beretta, Poletti, Gibelli, ?, Pedrini, Zanetti, Vittorio Colombo, Paolo Colombo, Addamiano.

Zanatta e Ossola ignari futuri campioni a Varese