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Panchinari si nasce o si diventa?

Sono generalmente così chiamati i giocatori che giocano poco o nulla, non fanno parte del quintetto base, fanno un riscaldamento inutile per poi sedersi in panca tutti sudati, vedono e vivono la partita da un posto privilegiato ma scomodo perchè sono spettatori che possono improvvisamente salire sul palco e dover recitare una parte da protagonisti.

Solitamente tutti i giocatori nella loro carriera, all'inizio o alla fine, oppure per infortunio o per scelta tecnica dell'allenatore hanno fatto "panca". Di solito chi non è titolare in serie A potrebbe benissimo esserlo in serie B, oppure chi non è nei primi cinque in una squadra di vertice magari lo sarebbe in una di fondo classifica.

Fare la riserva non è facile e piacevole. Per far ricredere l'allenatore sulle sue scelte tecniche, il panchinaro deve sacrificarsi al massimo sia in allenamento sia durante gli scampoli di gioco che gli sono concessi dal coach. I titolari invece possono allenarsi in funzione della partita, non devono impressionare l'allenatore e il posto lo conservano giocando bene nelle gare ufficiali.

Spesso in allenamento, nelle partite cinque contro cinque, vince il secondo quintetto poichè è più motivato e si impegna di più.

Non è facile subentrare a freddo e calarsi subito nel gioco, soprattutto se la sostituzione è avvenuta in un momento topico dell'incontro. Il cambio può avvenire per vari motivi, quando la squadra non gira a dovere, quando il titolare è carico di falli o nervoso o stanco, quando l'allenatore decide di cambiare tattica difensiva o offensiva, quando un temibile avversario va marcato meglio ecc...

Il panchinaro durante gli allenamenti deve evitare di entrare duro e infortunare il titolare, durante le partite deve incitare i compagni e incoraggiali quando sbagliano, e non criticarli mai.

Vi sono giocatori che esprimono il 100\% delle loro possibilità solo se entrano in quintetto mentre lamentano fatica se subentrano a partita in corso. Altri invece non risentono di questa differenza o ne risentono molto meno, e sono quindi i più adatti a fare i panchinari.

Un buon tiratore che entra dalla panchina è un rebus, può risolvere la partita infilando canestri in serie o avere le mani fredde e compromettere l'incontro con molti errori al tiro. Un difensore-rimbalzista, invece, più facilmente può dare un apporto sufficientemente positivo subentrando in corsa poichè ha qualità che non dipendono dall'estrosità.

Chi è in campo deve sentire la fiducia dei compagni seduti in panca, per non essere nervoso e timoroso di sbagliare per paura di essere avvicendato. Chi sta fuori vive ugualmente gli stess della partita senza però poter scaricare fisicamente le tensioni emotive. Il "supercampione", essendo solitamente più individualista del gregario, non incarna talvolta lo spirito di gruppo di una squadra e spesso mal si adatta alla panchina.

Vi sono allenatori che preferiscono una panchina lunga, cioè fatta di tanti titolari, rischiando qualche problema in più di spogliatoio; per altri invece la preferiscono corta poichè utilizzano sei o sette giocatori, sempre gli stessi in ogni partita.

Cesare Rubini e Asa Nicolic, due grandissimi allenatori che si sono disputati campionati e i spareggi, preferivano avere tre o quattro panchinari fissi.

Pensiamo però che non esista un allenatore che posso affermare di non aver mai vinto una partita grazie all'innesto di un suo panchinaro. Ma attenzione, non chiedete mai ad un giocatore che non è entrato in campo se ha fatto la doccia: potrebbe arrabbiarsi!!!

La foto che pubblichiamo è una rarità in quanto ritrae l'Olimpia in trasferta a Bologna con in campo il secondo quintetto senza alcun palese motivo, cosa da non credere!!! E' accaduto per volere di Rubini il 21 febbraio 1971 nella partita Virtus Norda - Simmenthal del campionato 1970/71, nel girone di ritorno, che è terminata 66-76 per i milanesi.

IMMAGINI ALLEGATE

I panchinari del Simmenthal 1970/71 tutti contemporaneamente in campo a Bologna