Società


La Coppa Korac 1988/89: Semifinale contro Cantù

Il club che ha vinto le due precedenti edizioni della Coppa Campioni, ovvero la Philips Olimpia Milano, è costretta ad abdicare. La sconfitta nella finale Scudetto con la Scavolini Pesaro ha infatti relegato la formazione milanese alla Coppa Korac.

Il torneo è comunque ad alta competitività con un ricco lotto di partecipanti, ad iniziare con le altre pretendenti italiane Cantù, Varese e Livorno. A differenza della Pallacanestro Cantù, costretta a giocare anche il primo turno contro il Praga, la Philips Milano, viene almeno ammessa direttamente al secondo turno prelimiare, in cui affronta la formazione finlandese del Torpan Pojat che schiera il pivot Brett Vroman ex-Siena. Dopo una vittoria risicata a Helsinki, salvata da Bill Martin a smorzare la rimonta dei padroni di casa dopo il +10 all'intervallo, la squadra di coach Franco Casalini sprovvista dell'infortunato Dino Meneghin fuga ogni dubbio nella partita di ritorno. Con ben sei uomini in doppia cifra e il nuovo asse D'Antoni-Pessina che funziona a pieno regime (26 i punti del neo arrivato dall'Auxilium Torino), la Philips sfodera una prestazione offensiva vicina al proprio record di marcature in competizioni internazionali.

Gara di andata (02-11-1988)
Torpan Pojat Helsinki - Philips Olimpia Milano 88-90 (46-56)

Torpan Pojat (coach Sonkeri): Ross 16, Klinga 28, Rauramo 12, Marttinen 12, Simola 2, Vroman 16, Savolainen 2, Kuusela ne, Mika Kiljunen ne, Juha Jukkanen ne; -Philips Milano (coach Casalini): Pittis 5, D’Antoni 4, Martin 24, Premier 15, Baldi 8, Pessina 14, Montecchi 2, McAdoo 18, Chiodini ne, M.Anchisi ne.

Gara di ritorno (09-11-1988)
Philips Olimpia Milano - Torpan Pojat Helsinki 130-83 (65-40)

Philips Olimpia (coach Casalini): Aldi 6, Pittis 9, D’Antoni 22, Martin 17, Premier 8, Chiodini 2, Baldi 12, Pessina 26, Montecchi 13, McAdoo 15; 
Torpan Pojat (coach Sonkeri): Ross 8, Klinga 7, Rauramo 8, Kuusela 18, Marttinen 6, Kiljunen 3, Simola, Jukkanen, Vroman 27, Savolainen 6.

Anche le due altre italiane residue, dopo la debacle dell'Allibert Livorno eliminata dall'Inter Bratislava già nel turno precedente, approdano ai quarti di finale: sia la Pallacanestro Varese che la Vismara Cantù sono costretti a ribaltare il -3 incassato nella gara d'andata. I varesini si impongono 91-73 sul Panathinaikos Atene con la potenza di Corny Thompson, Pittman e i 22 punti del ventenne Cecco Vescovi, mentre Cantù rientra sul Tofas Bursa con il gioco perimetrale che esalta Antonello Riva e Marzorati.

Quarti di Finale

L'Olimpia Milano disputa un sontuoso Quarto di Finale, dominando il Girone C con sei vittorie sulle malcapitate Stella Rossa Belgrado, Malines e Zaragoza. La nuova impostazione del quintetto-base snellito con un'ala piccola (Pittis o Bill Martin) non spegne la vena realizzativa dell'eterno McAdoo, che mette a segno nel girone d'andata ben 155 punti, di cui 48 sul campo del Malines, a cui resta la soddisfazione di strappare a Milano l'unico semi-tempo perso in tutto il gruppo C.

Prima giornata di andata (07-12-1988)
CB CAI Zaragoza - Philips Olimpia Milano 85-95 (49-51)

Zaragoza (coach Zeravica): P.Arcega 3, L.Wood 23, Zapata 15, Andreu 2, Aldama 5, Diaz 10, F.Arcega 10, Turpin 17; 
Philips Milano (coach Casalini): D’Antoni 3, Premier 10, Pittis 10, McAdoo 35, Meneghin 6, Pessina 9, Montecchi 16, Baldi 6.

Seconda giornata di andata (14-12-1988)
Philips Olimpia Milano - KK Stella Rossa Belgrado 101-81 (46-44)

Terza giornata di andata (11-01-1989)
Racing Maes Pils Mechelen - Philips Olimpia Milano 88-93 (50-44)

Racing Malines (coach van Kersschaever): R.Bayer 22, Becquet 4, Samaey 20, Oelbrandt 14, van den Bosch 21, Kellogg 7, de Boeck ne, P.Bayer ne, Frans ne;
Philips Milano (coach Casalini): Aldi 5, Pittis 5, D’Antoni 2, Martin 8, Premier 17, Meneghin 6, Pessina, Montecchi 2, McAdoo 48, Baldi ne.

Prima giornata di ritorno (18-01-1989)
Philips Olimpia Milano x CB CAI Zaragoza 105-73 (58-33)

Philips Milano (coach Casalini): D’Antoni 9, Premier 15, Martin 8, McAdoo 16, Meneghin 5, Pessina 14, Pittis 15, Montecchi 15, Baldi 8, Aldi;
CB CAI Zaragoza (coach Zeravica): Lorente 4, F.Arcega, Zapata 2, Andreu 8, Turpin 18, P.Arcega 6, Díaz 2, L.Wood 17, Aldama 3, Hernandez 13.

Seconda giornata di ritorno (25-01-1989)
KK Stella Rossa Belgrado - Philips Olimpia Milano 80-90 (45-55)

KK Crvena Zvezda (coach Slavnic): Dabic 13, Ilic 11, Obradovic 4, Jankovic 13, Bogosavljev 14, Karadzic 9, Cvetkovic 6, Pavlovic 4, Avdija 6;
Philips Milano (coach Casalini): Aldi 3, Pittis 7, D’Antoni 7, Martin 12, Premier 28, Meneghin 2, Baldi 4, Montecchi 11, McAdoo 16.

Terza giornata di ritorno (01-02-1989)
Philips Olimpia Milano - Racing Maes Pils Mechelen 93-72 (47-37)

Philips Milano (coach Casalini): Aldi 2, Pittis, D’Antoni 12, Martin 16, Premier 14, Meneghin, Baldi 8, Pessina 12, Montecchi 9, McAdoo 20;
Racing Maes Pils (coach van Kersschaever): Bayer 12, Becquet 4, Samaey 18, Oelbrandt 10, Van Den Bosch 5, Kellogg 9, de Boeck 6, Schafer 8, Struelens ne.

Solo un'altra squadra vince da imbattuta il proprio girone: il Partizan Belgrado, anch'esso reduce dalle Final Four di Coppa Campioni '88 a Gand, che estromette dalla competizione la DiVarese. Nel Gruppo A, infatti la squadra di Joe Isaac perde con il minimo scarto i confronti diretti con i serbi di Divac e Obradovic, ma pregiudica il girone di andata con l'inopinata sconfitta con i belgi del Mariembourg. La terza semifinalista è la Pallacanestro Cantù di coach Carlo Recalcati, che deve però ringraziare i francesi dell'Orthez per la vittoria di un solo punto nell'ultima giornata contro lo Stroitel Kiev che una settimana prima era riuscito ad agguantare la Vismara in testa al girone D prendendosi anche il vantaggio nello scontro diretto. Cantù, con la vittoria sul Den Helder riesce quindi a chiudere con un bilancio di cinque vittorie e una sola sconfitta, lo stesso con cui anche lo Zadar conquista la qualificazione nel girone B ai danni di Badalona e Olympiakos Pireo. Semifinali La formula e il destino hanno composto le semifinali con due confronti fratricidi: quello lombardo tra Milano e Cantù e quello slavo in cui i due club hanno di fatto anticipato la scissione che sarebbe poi avvenuta due anni dopo, con un Partizan di chiara matrice serba e lo Zara composto esclusivamente da giocatori croati, alcuni dei quali hanno in seguito calcato i parquet italiani (Komazec, Vrankovic, Popovic e anche coach Sakota). Oltre alla differenza etnica, il progetto Partizan si dimostra molto più pronto con il segmento Divac-Paspalj già in auge e quello Djordjevic-Danilovic pronto a stupire l'Europa. E allo Zadar non rimane che ammainare la bandiera. Il derby italiano invece parte con un fattore comune: entrambe le squadre non hanno a disposizione uno dei due americani. Mentre Cantù ha già metabolizzato l'assenza di Kent Benson sottoposto ad un'operazione chirurgica al ginocchio, Milano è invece sotto choc per lo stiramento al bicipite femorale in cui è incappato Bob McAdoo nella partita di campionato contro Bologna. La squadra di Casalini ha provato a reagire affrontando con impeto il primo tempo della partita di andata al 'Pianella' (+6 all'intervallo), ma alla lunga gli sforzi di Aldi e Premier non sono bastati ad arginare un incontenibile Antonello Riva e la messe di tiri liberi subìti. La Philips perde anche le staffe (a conferma di un periodo di particolare stress emotivo) con due falli tecnici e l'espulsione di coach Casalini (accompagnato all'uscita da un calcio nel sedere di un dirigente canturino) che hanno anche inciso sul risultato finale. Il -14 è stato infatti un fardello pesante per la gara di ritorno, tanto che sulle ali della minore pressione Cantù accumula altri dieci punti di margine a metà partita con l'olimpionico Jeff Turner quasi perfetto dalla media distanza. L'orgoglio milanese produce un secondo tempo in cui chiude a doppia mandata la propria area (solo 18 punti concessi ai canturini) e tenta un'ardua rimonta che però è limitata al successo parziale di sole cinque lunghezze. Milano poi avrà modo di ricucire le ferite e andare alla conquista del quarto Scudetto in cinque campionati.

Semifinale

Andata (15-02-1989) 
Wiwa Vismara Pallacanestro Cantù - Philips Olimpia Milano 95-81 (43-49)

Cantù (coach Recalcati): Cappelletti 6, A.Riva 34, Marzorati 11, Turner 13, Bosa 14, Gilardi 4, Rossini 5, Milesi 8, Foschini ne, Figlios ne; 
Olimpia Milano (coach Casalini): Aldi 14, Pittis 8, D’Antoni 7, Martin 15, Premier 21, Meneghin 9, Pessina 2, Montecchi 5, Baldi ne, Portaluppi ne.

Ritorno (22-02-1989)
Philips Olimpia Milano - Wiwa Vismara Pallacanestro Cantù 70-65 (37-47)

Milano (coach Casalini): D’Antoni 10, Premier 6, Aldi 6, Martin 16, Meneghin 12, Montecchi 12, Pittis 2, Pessina 2, Baldi 4, McAdoo ne;
Cantù (coach Recalcati): Marzorati 4, A.Riva 14, Bosa 9, Turner 23, Gilardi 2, Rossini 5, Cappelletti, Milesi 8, Foschini ne, Figlios ne.

Semifinale - andata (15-02-1989)
KK Partizan Beograd x KK Zadar 75-63 (Paspalj 24; Komazec 17)
Semifinale - ritorno (22-02-1989)
KK Zadar x KK Partizan Beograd 84-88 (Saric 27; Divac 22)

Finale

Il doppio confronto che assegna il titolo inizia con la sfida al Pianella di Cantù. La Wiwa Vismara per l'occasione richiama Kent Benson, ancora convalescente dopo l'infortunio al ginocchio. Il pivot dell'Indiana, nonostante la zoppia, ingaggia con Vlade Divac un duello di altissima classe tecnica, mettendo a segno 14 punti già prima dell'intervallo con le sue micidiali soluzioni dalla media distanza. Nel secondo tempo, l'entusiasmo contagia anche Marzorati e Bosa, che confezionano un controbreak importante, in risposta al primo sorpasso del Partizan sul 49-50. Complici anche le precoci uscite per falli di Paspalj e Divac (28 punti per lui), gli slavi perdono lucidità e concedono l'allungo a Cantù con Antonello Riva che finalizza gli ultimi contropiedi per il +13 definitivo. Quello che poteva rappresentare un margine forte su cui eventualmente speculare, si smaterializza ben presto nelle mani della Pallacanestro Cantù. Il clima belgradese diventa subito incandescente e il Partizan raggiunge ben presto le dieci lunghezze di margine (24-13), imbrigliando l'attacco di Cantù (Riva 2/11 da tre punti) e i suoi protagonisti. Mentre l'effetto Benson è in degrado sotto i colpi di un Divac scatenato (con anche un paio di stoppate intimidatorie), coach Recalcati non riesce ad equilibrare le soluzioni di Riva e Turner, e il Partizan è già sul 39-22 dopo soli 13 minuti di gioco. Cantù riesce ad arrivare alla pausa entro il limite (55-43) ma con questa produttività offensiva dei serbi le speranze sono risicate. Djordjevic e Paspalj (nonostante gli sforzi difensivi di Bosa) sono inarrestabili, e soltanto Antonello Riva con le sue penetrazioni (alla fine 36 punti) cerca di tenere il margine vicino ai 15 punti. Quando Danilovic sigla il 93-71 a due minuti dal termine, il Partizan e il suo pubblico iniziano a celebrare la vittoria finale.

Gara di andata - 16-03-1989 - Palasport Pianella Cucciago
Wiwa Vismara Pallacanestro Cantù - KK Partizan Beograd 89-76 (45-35)

Wiwa Vismara Cantù (coach Recalcati): Marzorati 9, A.Riva 19, Bosa 17, Turner 10, Benson 24, Cappelletti 2, Milesi 6, Gilardi 2, Rossini, Foschini ne;
KK Partizan (coach Vujosevic): Djordevic 22, Danilovic 10, Paspalj 11, Vujacic 2, Divac 28, Popovic 3, Nakic, Prlincevic ne, Savovic ne, Mutavdzic ne.

Gara di ritorno - 22-03-1989
Hala Sportova KK Partizan Beograd - Wiwa Vismara Pallacanestro Cantù 101-82 (55-43)

KK Partizan (coach Vujosevic): Djordevic 21, Nakic 5, Paspalj 22, Savovic 8, Divac 30, Danilovic 10, Vujacic 5, Popovic, Prlincevic ne, Mutavdzic;
Wiwa Vismara Cantù (coach Recalcati): Marzorati, A.Riva 36, Bosa 7, Turner 18, Benson 13, Rossini 1, Gilardi 7, Cappelletti, Milesi, Foschini ne.

IMMAGINI ALLEGATE

Bill Martin

Formazione della Philips Olimpia Milano Campione d'Italia 1988-89: Massimiliano Aldi, Albert King, Dino Meneghin, Marco Baldi, Bob McAdoo, Davide Pessina, Riccardo Pittis (in piedi) Pippo Faina (assistente), Matteo Anchisi, Piero Montecchi, Giovanni Gallotti (masseur), Roberto Premier, Mike D'Antoni, coach Franco Casalini (era in 'rosa' anche Billy Martin)

Vlade Divac

I tre "senatori" di Milano anni 80: D'Antoni, McAdoo e Meneghin

Kent Benson