Racconti


Cerioni: i tiri liberi di Kenney e lo spareggio 1970/71

Il ricordo di Mauro Cerioni sullo spareggio 1970/71

Ricordo nitidamente il mio primo spareggio, ma voglio innanzitutto fare una precisazione che riguarda due miei grandi amici.

Nella partita di ritorno di quell'anno contro l'Ignis, disputata a Milano, e da noi vinta per un punto grazie a due tiri liberi di Art Kenney a tempo praticamente scaduto e sulle polemiche scaturite a suo tempo, non è vero che Kenney si sostituì a Brumatti, ingannando gli arbitri, in modo da avere un miglior tiratore in lunetta.

Pino era un cecchino pazzesco, affatto emozionabile, e mandarlo in lunetta era una sicurezza.

Anzi, per dirla tutta, Brumatti era il nostro tiratore principe e quindi - se fosse stato possibile scegliere - io penso che Rubini avrebbe mandato al tiro Brumatti e non Kenney.

Furono gli arbitri, come mi ha ancora recentemente confermato Art ricordando l'episodio, a bloccare Brumatti che si stava presentando sulla linea e a invitare (inaspettatamente) Kenney al tiro, il quale - a onor del vero - non si tirò indietro evitando di fare notare agli arbitri un loro (presunto) errore.

Teniamo presente che immediatamente dopo il fallo di Ossola, a un secondo dalla fine, ci fu l'invasione di campo (festosa) dei tifosi varesini che ritenevano che l'incontro fosse finito a loro vantaggio.

Ci volle qualche minuto per liberare il campo di gioco e riprendere con i due tiri liberi, e questo fatto forse giustifica l'incertezza avuta dagli astanti e dagli arbitri di chi fosse il beneficiario.

Tutte le polemiche che seguirono furono strumentali. All'Ignis rodeva che noi avessimo scippato la vittoria all'ultimo secondo e approfittarono dell'occasione per gridare alla truffa. Sono sincero, sicuramente se Art avesse fallito i tiri liberi saremmo stati noi a ritenerci defraudati, lamentando che gli arbitri avessero impedito a Brumatti i tiri liberi della vittoria.

In merito alla spareggio, io ho una mia spiegazione di come maturò la sconfitta, per un episodio che può sembrare banale ma che invece a mio giudizio rivestì una fondamentale importanza. Lo strano è che nessun giornale dell'epoca mise in risalto la vicenda forse perché  nessuno del Simmenthal  la evidenziò adeguatamente.

Noi eravamo alloggiati all'Hilton a Monte Mario. Avevamo già fatto il tragitto Hotel-PalaEur con il pullman nei due giorni precedenti, più o meno sempre alla stessa ora e avevamo visto che ci voleva circa un ora. Pertanto Rubini decise di partire dall'hotel verso le 16.30. Qualche contrattempo alla partenza ma poi il pullman si trovò invischiato in un traffico pazzesco, imbottigliati, fermi.

Al tempo non c'erano telefonini e non potevamo avvertire la federazione e la polizia affinché venissero a scortare il pullman e a cavarci dai guai. Insomma arrivammo in terribile ritardo, avevamo addosso una tensione nervosa pazzesca, addirittura ci cambiammo parzialmente sul pullman e riuscimmo a entrare sul terreno di gioco solo alle 18.25. Gli arbitri ci concessero 10 minuti extra per effettuare un minimo di riscaldamento, ma la nostra concentrazione era rimasta..... sul raccordo anulare. 

Ed infatti per tutto il primo tempo noi fummo "in bambola", tant'è vero che nessuno si salvò. Nella ripresa riuscimmo a riprendere in mano la situazione, ma il risultato era ormai compromesso e di fronte avevamo l'Ignis, Campione d'Europa, e non una squadretta qualsiasi.

Della mia partita c'è poco da dire, avendo giocato poco e discretamente male. Io sino alla stagione 70-71 ero ancora nella mia fase di “immaturità cestistica”. Rubini, che aveva una grandissima fiducia nelle mie potenzialità, mi utilizzava (poco) come settimo e io lo ripagavo spesso giocando (involontariamente) non solo male ma anche irritandolo per la mia indisciplina tattica. Logicamente Rubini mi rimandava al volo in panchina, accompagnandomi di solito con qualche sua colorita imprecazione, ed io ci soffrivo tremendamente, gonfio di delusione e di rabbia, nei miei confronti sia chiaro.

Il problema non si poneva solo durante le gare. Anche in allenamento riuscivo ogni tanto a fare imbestialire il "Principe", tanto che una volta - dal disappunto per una mia plateale corbelleria - picchiò un pugno sul bracciolo della sedia, da cui dirigeva l'allenamento, in modo così violento che si fratturò il polso.

In compenso a fine stagione mi confermava perché era convinto delle mie possibilità e che prima o poi...

Finalmente con la stagione 1971-72 “esplosi” e diventai una pedina fondamentale del Simmenthal e della Nazionale.  Ma era l'anno successivo a quello di questo mio primo sfortunato spareggio.

Racconto inviato e quindi riservato per il Museodelbasket-milano.it.

IMMAGINI ALLEGATE

Cerioni al tiro in occasione dello spareggio di Roma tra Simmenthal e Ignis Varese. Si riconoscono anche Bariviera, Zanatta, Raga e Kenney.