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Kenney e Papetti: quello spareggio 1970/71 contro l'Ignis a Roma

Il ricordo di Arthur Kenney sullo spareggio 1970/71

Nella partita di campionato avevamo il possesso palla a pochi secondi dalla fine quando mi è stato passato il pallone sull’angolo a destra, davanti alla panchina di Varese. Io sono andato a canestro e mentre tiravo mi hanno fatto fallo ed il pallone è volato via. Brumatti l’ha preso ed ha tirato mentre un avversario lo ha ostacolato irregolarmente.

Finalmente nella bolgia abbiamo sentito il fischio degli arbitri. 

Mancava un solo secondo  e Rubini ha chiesto il time out.

Siamo andati tutti verso la panchina salvo Pino che pensando di dover tirare i tiri liberi, preferiva forse per concentrarsi restare accovacciato con la testa tra le mani. Il coach lo chiamò per farlo avvicinare alla panchina ma contemporaneamente l’arbitro Bianchi  ha indicato a Rubini che era Kenney che doveva tirare i tiri liberi, non Brumatti.

Gli arbitri avevano visto il fallo precedente ma nessuno aveva sentito il fischio! 

E' inutile fare ipotesi “se Kenney avesse fallito i tiri libri … “. Il fallo c'era sia su di me che su Pino e tutti abbiamo sentito il fischio uno o due secondi dopo mentre veniva fatto fallo anche su Pino.

Per quando riguarda lo spareggio è vero che c'è stato il problema del traffico che ci ha impedito di concentrarsi e di fare un buon riscaldamento.

Quando siamo arrivati al Palazzo dello sport, ci siamo cambiati ed incerottati in fretta. Il riscaldamento è stato frettoloso e certi giocatori erano innervositi.

All’inizio della partita, nelle prime due azioni in attacco, uno nostro giocatore cercando di entrare al canestro sulla linea di fondo ha calpestato entrambe le volte la riga di fondo e gli arbitri lo hanno sanzionato.

Sicuramente Varese deve ringraziare Paolo Polzot che ha fatto canestri importanti nel secondo tempo. Nel primo tempo Raga ha fatto parecchi punti e nel secondo tempo, Rubini lo ha dato a me da marcare. Ho concesso al grande Manuel solo due punti (in sospensione sopra la lunetta). Ma non è bastato ed abbiamo perso 57 a 65.

Il grande coach Rubini ha dichiarato che la colpa per la sconfitta era sua …ma  non è vero … era stata di noi tutti, indistintamente. 

Il ricordo di Giorgio Papetti sullo spareggio 1970/71

Ricordo bene l'inizio disastroso della partita, che poi condizionò fatalmente l'esito finale.

Rubini aveva affidato dapprima Raga a Giomo che aveva svolto egregiamente il lavoro nelle sfide dirette in campionato. Ma questo volta Raga era incontenibile, per cui Rubini cambiò quasi subito la marcatura affidando il messicano a Brumatti. Era una iniziativa destinata all'insuccesso perchè Pino non era un accanito difensore ed oltretutto rendeva troppo in elevazione a Raga. Aveva tamponato il problema con Kenney, ma creando nel contempo un buco sotto canestro e, con il senno di poi, non si capisce perché non avesse tenuto in considerazione Bariviera, che aveva sulla carta tutte le caratteristiche idonee.

Oltretutto l'Ignis pressava i nostri play: questo aveva un senso logico perché Iellini e Giomo erano giocatori dotati di buon tiro. La nostra contromossa - quando si era visto lo svantaggio aumentare - di ordinare ai nostri play di pressare Ossola e Rusconi (peraltro ottimi palleggiatori) non aveva avuto alcun successo, anzi si era dimostrata controproducente, perché Iellini e Giomo si sfiancarono, persero lucidità e ne pagammo le conseguenze sia nella costruzione del gioco e sia nelle loro percentuali di tiro.

Ero convinto allora e lo sono ancora di più adesso, confortato dal parere di molti miei compagni di allora, che abbiamo pagato duramente la nostra incapacità di variare le tipologie di difesa, perché noi difendevamo esclusivamente a uomo. Ma Rubini era granitico nelle sue convinzioni, la difesa a zona non entrava nel suo vocabolario e nessuno (nemmeno il suo vice Gamba, che in seguito avrebbe usato la zona con grande successo all'Ignis ed in Nazionale) poteva permettersi di dare suggerimenti in proposito.

Noi non eravamo inferiori sulla carta ma lo eravamo stati sul campo dell'Eur poiché troppo prevedibili mentre Nikolic, che era da tutti ritenuto tatticamente e tecnicamente più evoluto di Rubini, poteva disporre di molte più soluzioni difensive compresa la zona e la difesa mista.

L'Ignis vinse meritatamente lo scudetto, ma lasciateci pensare che con qualche differente scelta tattica il risultato avrebbe potuto essere ben differente.

Racconto inviato e quindi riservato per il Museodelbasket-milano.it.

IMMAGINI ALLEGATE

Iellini, Kenney, Brumatti, Vittori, Bariviera, Zanatta in uno dei tanti Simmenthal-Ignis