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Ghirri Gianna

I nomi di Macchi, Pollini, Fullin, Zandalasini riempiono le graduatorie dell'era moderna della Nazionale Italiana Femminile; tutte atlete dalle ottime doti tecniche e di una mentalità vincente che ha consentito loro di collezionare meriti e trofei anche nei club (e qualcuna persino oltre Oceano).
Ma nessuna finora ha potuto scalzare Gianna Ghirri dal vertice della classifica delle migliori performance individuali per punti segnati in una gara della Nazionale Maggiore. E' ancora ben saldo infatti il record di 38 punti segnati dalla pivot bresciana alla Corea del Sud nella prima gara del Campionato del Mondo a Bratislava il 15 aprile 1967, tra l'altro persa con un pesante 56-76 per le asiatiche. Non fu certo un caso isolato visto che Gianna è andata spesso in 'doppia cifra', anche in occasione di quella manifestazione, in particolare con i 15 punti nella vittoria simbolica 56-45 contro gli USA.
E' un chiaro segnale che Gianna, bresciana della classe del '39 (23 agosto, per la precisione), ha sempre avuto un forte impatto statistico ma anche 'fisico' sia in Nazionale che nei club. Nel suo ruolino in maglia Azzurra ci sono infatti 97 presenze e ben 911 punti. Fu convocata per la prima volta (quando ancora militava nell'Autonomi Torino) da coach Giancarlo Primo in occasione di un doppio confronto amichevole a Varsavia, esordendo ufficialmente il 28 dicembre 1960 nella sconfitta 50-54 con le polacche. Ma da quella volta in poi il 'posto fisso' in Nazionale non gliel'ha più tolto nessuno...o quasi.
In vista degli Europei del 1962, disputò le qualificazioni a Mulhouse nel marzo 1961 e la preparazione, con il celebre Trofeo dello Stretto a Messina, ma non la rassegna continentale in programma per il tardo settembre 1962. Andò meglio nel 1964 quando, dopo l'agevole qualificazione a Lugano, giocò l'Europeo di Budapest assieme alle due altre milanesi Alderighi e Geroni, chiudendo con un nono posto. 
La storia si ripetè nel 1966 quando Gianna fu costretta a rinunciare agli Europei di Cluj, lasciando il ruolo di pivot titolare a Luisa Zambon, dopo la 'minaccia' del provveditore agli studi di Brescia di revocarle la cattedra alla Scuola Elementare di Lumezzane. Infatti Gianna ha sempre condiviso il ruolo di cestista con la pratica dell'insegnamento scolastico, con tutte le necessità e la gestione dei tempi che ogni maestra deve affrontare. "Avrei potuto andare a Cluj ma a mio rischio e pericolo. Credo che continuerò a fare la maestra e a giocare soltanto quando posso" disse alla stampa per smorzare la polemica e vanificare le ultime trattative tra scuola, FIP e CONI.
Si sfogò nel 1967 ai già citati Mondiali di Bratislava in cui, a suon di numeri, non sfigurò davanti alle possenti rivali dell'Europa dell'Est ma anche USA, Australia e Brasile. 
Nel suo palmares c'è ancora la partecipazione a due rassegne Europee: quella disputata nel luglio 1968 a Messina (sesto posto) e nel 1970 a Rotterdam (altro nono posto) dove il 19 settembre disputò la sua ultima fatica in maglia azzurra nella vittoria 60-59 contro l'Ungheria quando ormai nel suo ruolo avevano già trovato spazio sia Sandon che Bocchi.
Le poco gratificanti kermesse internazionali ebbero come controaltare un ruolino di marcia di ottima fattura a livello nazionale. 

Mossi i primi passi cestistici nella nativa Brescia, dopo un paio di campionati di Promozione con la FARI, scoutizzata da Giancarlo Primo, nel 1960/61 fece le sue prime apparizioni in Serie A con la Autonomi Torino che riuscì a qualificarsi alle semifinali del campionato come 'Seconda' del Girone A chiuso a pari merito con la Standa Milano, prima di soccombere nel doppio confronto stracittadino con la FIAT. Due stagioni dopo, la Standa Milano non si fece sfuggire Gianna, gioiello ventitreenne con già in baule 414 punti in 33 partite in Serie A, come detto, elemento imprescindibile della Nazionale di Giancarlo Primo. Dall'Autonomi Torino, si trasferì a Milano anche Maria Pia Mapelli e, agli ordini di coach Virginio Zucchi, lo squadrone in cui militarono anche Gelmetti, Panigada e soprattutto Liliana Rochetti giunse al secondo posto in classifica a tre lunghezze dalla Fiat Torino. Fu il primo di una serie infinita di piazzamenti d'onore della Standa: nel triennio con coach Assante concluse terza nel 63/64 e 64/65 (con Ghirri fermata da un problema al ginocchio)e seconda nel 1965/66. Ci sarebbe stato anche un altro secondo posto ma Gianna, dopo la già citata rinuncia agli Europei con la Nazionale, si trovò in disaccordo con il club milanese e decise di smettere per un'intera stagione. In quel 65/66 senza Ghirri, la Standa vinse tutte le partite del girone d'andata, ma poi andò in crisi di risultati e perse lo scudetto in favore di Vicenza.

Al suo ritorno, trovò il nuovo coach Romano Forastieri e furono altri quattro secondi posti consecutivi. Il rendimento di Ghirri tornò a essere cospicuo (14,7 punti di media nel solo 1969/70)  con l'eccezione del 1968/69 in cui fu operata di un'ernia al disco e potè disputare solo tre gare. 
Nel 1971/72, la Standa iniziò le grandi manovre: strappò coach Milan Vasojevic al Vicenza e l'anno dopo anche Costa e Milocco, preludio al grande, unico scudetto milanese giunto con merito nel 1972/73. Fu la realizzazione di un sogno per Gianna e le sue storiche compagne di squadra Fiorella Alderighi, Umbertina Pareschi e Rosa Giammona, fin troppo abituate alla piazza d'onore. 

Con la vittoria in campionato, Gianna si tolse la soddisfazione di disputare anche la sua unica edizione della Coppa dei Campioni. Dopo aver eliminato le belghe dell'AAlst, la Standa capitò in un girone di ferro dominato dall'inarrivabile Daugawa Riga di Uljana Semionova; vinse solo una delle sei gare in calendario, battendo in casa 67-60 la MTK Budapest.  
   
Gianna Ghirri è comunque stata una 'Signora di Coppa', unica, assieme a Fiorella Alderighi, a vincere tutte e quattro le Coppe Italia in bacheca alla Standa Milano nelle prime sei edizioni dal 1969 al 1974, inclusa la finale persa di soli due punti nel 1971 alle Final Four di Pisa contro la Pepsi Treviso. In due occasioni Ghirri fu anche la MVP della manifestazione: nel 1969 segnò 19 punti nella finale contro la Recoaro Vicenza al Pala Azzarita di Bologna, con la replica (16 punti) sempre contro Vicenza nel 1972 nel 45-44 sul campo di Imola. Dopo l'ultimo trofeo del 1974 (il secondo fu nel 1971) vinto senza storia contro la Pagnossin Treviso (60-39, ma anche in semifinale fu dominio con il 76-44 rifilato a Vicenza), Gianna lasciò la Standa e il suo ruolo di pivot a Diana Bitu, con cui aveva condiviso il primo anno da giocatrice ammessa al campionato italiano.

IMMAGINI ALLEGATE

Standa Milano Campione d'Italia 1972/73: In piedi: Milan "Zigo" Vasojevic (Allenatore), Ester Milocco, Mina Florio, Gianna Ghirri, Mady Vaghi, Renata Tessarolo, Willy Del Luca (Dirigente sportivo), Alessandro Alessandri (Vice Presidente). In ginocchio: Barbara Costa, Umberta Pareschi, Licia Apostoli, Fiorella Alderighi, Rosa Giammona, Anna Bozzi, Mario Vendemmiati (Massaggiatore)

Standa... che gambe! Si riconoscono Ghirri, Zambon, Toriser, Giammona e Alderighi.

Pausich e Ghirri con in occasione di una partita della nazionale negli anni 60