Società
Massimo risultato con il minimo sforzo: la cavalcata della stagione 1984/85
E' così che in altre discipline sportive sarebbe descritta la fulminante scalata dell'Olimpia Simac Milano, capace di conquistare lo scudetto 1984/85 in sole sei partite.
Ma a quella formazione, composta dal nucleo storico di D'Antoni-Meneghin-Premier-Boselli al quale erano stati aggiunti prima Russ Schoene e poi nientemeno di Joe Barry Carroll, nulla era precluso.
Sfuggita la Coppa Italia in un momento ancora di rodaggio ma vinta la Coppa Korac nella finalissima di Bruxelles contro Varese, la Simac si è concessa anche questo "percorso netto" nei playoff scudetto, che rappresenta tuttora un record di imbattibilità negli annali della Lega Basket.
Le singole "V" nella colonna delle vittorie, nascondono tuttavia un vissuto di partite tese, equilibrate e a rischio sconfitta; è forse un paradosso che la serie più agevole è stata proprio la finale contro la Scavolini Pesaro, il culmine di un'evoluzione che andiamo a ripercorrere.
La Simac Milano, che giunge al secondo posto nella regular season alle spalle del Banco Roma del tecnico Valerio Bianchini, ha il diritto di accedere direttamente ai quarti di finale in cui affronta la Granarolo Bologna che aveva sconfitto negli ottavi la Benetton Treviso (proveniente però dalla A2).
Si tratta di un remake ancora avvelenato della finale dell'anno precedente, in cui i felsinei espugnarono due volte il Palazzone di San Siro, con le frecce di Bonamico, Villalta e VanBredaKolff a pesare di più delle schiacciate accecanti di Antonie Carr.
In Gara-1 al Palalido (visto che la famigerata nevicata dell'85 aveva cancellato dalla mappa l'impianto di Via Tesio, la frustrazione si placa con un 105-81 senza risposta: Joe Barry Carroll applica la filosofia americana che distingue la regular season dai playoff e infierisce con 32 punti con 10/22 dal campo, 12/14 ai liberi e 17 rimbalzi.
Russ Schoene non sfigura con 20 punti e 10 rimbalzi, ma è l'applicazione difensiva che traccia le sorti della partita: D'Antoni indirizza la Virtus nelle sue sabbie mobili (30/63 dal campo) e solo Fantin racimola un buon punteggio partendo dalla panchina.
Il ritorno al PalaDozza è più emozionante e teso: JB Carroll concede il bis, questa volta spalleggiato da Premier (23 punti) e Meneghin (12 rimbalzi). Nel finale convulso, Bologna paga l'espulsione di coach Bucci, i cinque falli di Brunamonti e la fine definitiva delle energie di un campionato costellato da infortuni.
Quarti di Finale - Gara 1 - 11-4-1985
Simac Olimpia Milano - Virtus Granarolo Bologna 105-81 (54-40)
Simac Milano (coach: Peterson): F.Boselli 7, D'Antoni 21, Premier 14, Meneghin 10, Schoene 20, Carroll 32, Bariviera 1, Gallinari, DePiccoli, Pettorossi; T.L. 27/32
Granarolo Bologna (coach: Bucci): Brunamonti 14, Fantin 21, Lanza 2, VanBredaKolff 12, Villalta 8, Binelli 7, Rolle 13, Daniele 4, Valenti, Righi; T.L. 18/24
Quarti di Finale - Gara Due - 14-4-1985
Virtus Granarolo Bologna - Simac Olimpia Milano 85-86 (43-49)
Granarolo Bologna (coach: Bucci): Brunamonti 14, Fantin 15, Lanza 2, VanBredaKolff 10, Villalta 25, Binelli 4, Rolle 15, Daniele, Valenti, Trisciani; T.L. 8/11
Simac Milano (coach: Peterson): F.Boselli 2, D'Antoni 13, Premier 23, Meneghin 9, Schoene 12, Carroll 25, Bariviera 2, Gallinari, DePiccoli, Pettorossi; T.L. 7/16
L'avversario per le semifinali è temibilissimo: è la Berloni Torino di coach Dido Guerrieri, giunta terza in campionato e capace di eliminare nel turno precedente la Jollycolombani Cantù per 82-80 in Gara-3. Come accadrà anche nel 1985/86, la Berloni impegna allo spasimo l'Olimpia, costringendo Mike D'Antoni e soci ad estrarre dal libro dei trucchi anche gli effetti più disparati.
Per Gara-1 l'Olimpia trova una casa nuova: il Palalido non ha la capienza sufficiente per accogliere le richieste di biglietti, e i fratelli Togni concordano con il Comune di Milano l'allestimento di un Palatenda provvisorio piazzato sotto la montagnetta di San Siro; sarà quello l'embrione del nuovo impianto di Lampugnano sull'altro lato della strada, che diventerà ufficialmente noto come "PalaTrussardi" (e così lo ricorderemo forse per sempre, nonostante i vari cambi di sponsor).
La visuale di un Palatenda, più simile a un allestimento per un concerto, non è il massimo per il basket, ma lo spettacolo è comunque emozionante: il professor Guerrieri dalla panchina e il play Carlo Della Valle nel cuore della difesa a zona, inceppano per lunghi tratti il meccanismo offensivo della Simac.
Milano ha il merito di restare in linea di galleggiamento nonostante le difficoltà, e di aspettare il finale per piazzare la stoccata vincente. Roberto Premier veste i panni del giustiziere e, con otto punti "folli" nelle convulse ultime azioni, fissa il punteggio sul 97-91.
Ci sono settemila torinesi per l'altrettanto epica rivincita al PalaRuffini: Milano vince di uno (90-91) in rimonta, con 16 punti negli otto minuti finali di Joe Barry Carroll. Mike D'Antoni subisce ancora una volta Della Valle, ma Dino Meneghin fa la voce grossa (e Ricky Morandotti da Rozzano ci rimette qualche dente) e Premier colpisce con continuità, aprendo la strada allo show conclusivo di Carroll. La palla rubata dal pivot californiano al play avversario Caglieris, resterà negli annali dei playoff, come il tuffo di McAdoo...
Semi Finali - Gara 1 - 21-4-1985
Simac Olimpia Milano - Auxilium Berloni Torino 97-91 (48-52)
Simac Milano (coach: Peterson): F.Boselli 11, D'Antoni 6, Premier 27, Meneghin 17, Schoene 13, Carroll 23, Bariviera, Gallinari, DePiccoli, Pettorossi; T.L. 12/25
Berloni Torino (coach: Guerrieri): Caglieris 1, Mandelli 2, Della Valle 22, Vecchiato 13, May 33, Morandotti 12, Gibson 8, Carraria, Pessina, Hotteyan; T.L. 21/28
Semi Finali - Gara 2 - 25-4-1985
Auxilium Berloni Torino - Simac Olimpia Milano 90-91 (45-44)
Berloni Torino (coach: Guerrieri): Caglieris 2, Mandelli 3, Della Valle 20, Vecchiato 2, May 21, Morandotti 20, Gibson 22, Carraria, Hotteyan, Barberis; T.L. 10/15
Simac Milano (coach: Peterson): F.Boselli 5, D'Antoni 5, Premier 22, Meneghin 7, Schoene 14, Carroll 38, Bariviera, Gallinari, De Piccoli, Pettorossi; T.l. 13/17
Passato lo spavento, la Simac si prepara al confronto finale con la Scavolini Pesaro con animo ben più rilassato e consapevole. I marchigiani sono la vera sorpresa di questi playoff: partendo dall'ottavo posto in campionato, hanno eliminato la Viola Reggio Calabria negli ottavi, poi nientemeno che il BancoRoma vincendo due volte al PalaEur e poi sovvertendo ancora il pronostico e il fattore campo in semifinale contro la Indesit Caserta di Oscar Schmidt e Sandro Dell'Agnello.
Qualche mese prima, era stata proprio la Libertas ad eliminare Milano nei quarti di finale di Coppa Italia, speculando su un'inguardabile 120-97 all'andata per difendere soli quattro punti di scarto nel ritorno milanese (100-81 per la Simac). Pesaro quella Coppa Italia la vincerà l'8 maggio successivo con 31 punti di Mike Sylvester nel +16 con cui sfila il trofeo alla CiaoCrem Varese.
Mike Sylvester...proprio Mike Sylvester; è ancora lui che con la canotta della Cinzano e il suo tiro anomalo aveva stupito il mondo. E' ancora lui, quello con il vizietto del pugno facile, appena rispolverato nella mega rissa con Mike Davis nella semifinale casertana.
Nei ritagli di tempo, "l'uomo di Cincinnati" fa da chioccia al neo-tecnico Giancarlo Sacco, al suo esordio assoluto da capo-allenatore dopo aver sostituito il deludente Casey. Il nucleo di italiani della Scavolini è di ottima caratura con Gracis, Magnifico, Costa e Zampolini, mentre i due americani, dal rendimento ondivago, sono Zam Frederick e Darren Tillis. Ma Sly in quella finale non c'è: quel pugno a colui che in futuro sarà il coach dell'University of Indiana (al posto di Bobby Knight) gli costa ben cinque turni di squalifica, e dalla tribuna l'apporto non è proprio lo stesso.
La sensazione di dominio con la quale la squadra di coach Dan Peterson surclassa la Scavolini non ha uguali. In Gara-1 non c'è proprio partita: già al'intervallo, la Simac conduce 52-25, praticamente senza errori con il pivot ex-Golden State che porta a scuola ogni eventuale avversario diretto (12/20 dal campo) o alternativa difensiva.
Aggiungiamo poi le folate di Premier (8/12 da due e 4/6 da tre), la solidità del Dino "Nazionale" e la guida di un ritrovato D'Antoni, e il gioco è fatto.
Gara-2 è scritta con la carta carbone (ai tempi lo scanner non era ancora in auge): all'hangar di Via Partigiani ci vuole solo un tempo per capire le sorti della tenzone. Coach Sacco prova con la zona e con i tiri dall'angolo di Zampolini (ancora 8/13 dal campo, dopo l'exploit di Gara-1), ma con tre uomini sopra i 20 punti e un perentorio 8/14 da tre (4/8 del solo D'Antoni), Milano trionfa 81-101.
E' lo scudetto numero 21 che cancella le due cocenti sconfitte contro Roma e Bologna negli anni precedenti, ma che soprattutto apre la strada al nucleo voluto da coach Peterson e dal fidato Franco Casalini che percorrerà in pompa magna, raccogliendo successi strepitosi sia in campionato che in campo internazionale, fino al 1988.
Finale Scudetto - Gara 1 - 1-5-1985
Simac Olimpia Milano - Scavolini Pesaro 93-71 (52-25)
Simac Milano (coach: Peterson): F.Boselli 2, D'Antoni 8, Premier 32, Meneghin 2, Schoene 16, Carroll 29, Bariviera 4, Gallinari, De Piccoli, Pettorossi; T.L. 11/17
Scavolini Pesaro (coach: Sacco): Gracis 4, Magnifico 12, Frederick 11, Tillis 14, Zampolini 26, Costa 4, Minelli, Del Monte, Berti, Dimatore; T.L. 15/17
Finale Scudetto - Gara 2 - 4-5-1985
Scavolini Pesaro - Simac Olimpia Milano 81-101 (48-41)
Scavolini Pesaro (coach Sacco) : Gracis 12, Magnifico 16, Frederick 19, Tillis 5, Zampolini 19, Costa 6, Berti 2, Minelli 2, Del Monte, Dimatore; T.L. 11/17
Simac Milano (coach: Peterson): F.Boselli 2, D'Antoni 20, Premier 20, Pettorossi 2, Meneghin 5, Gallinari 1, De Piccoli 2, Schoene 16, Carroll 29, Bariviera 4; T.l. 21/22
La formazione della Simaco Olimpia Milano Campione d'Italia 1984/85: Mike D'Antoni (8), Franco Boselli (6), Marco Lamperti (fino a dicembre), Roberto Premier (10), Russ Schoene (14), Renzo Bariviera (18), Dino Meneghin (11), Vittorio Gallinari (12), Joe Barry Carroll 15 (che ha sostituito a ottobre 1984 l'altro americano Wally Walker), Marco Baldi, Tullio De Piccoli (13); gli "under" aggregati Riccardo Pittis, Mario Governa, Michele Guardascione, Mario Pettorossi (7)
Allenatore: Daniel Lowell Peterson
Assistente: Franco Casalini